Tanta preoccupazione nella comunità di Fabriano, nelle Marche. Un sacerdote, probabilmente negazionista, convinto che la pandemia fosse un’invenzione di Papa Francesco e Giuseppe Conte, ha partecipato con febbre alta e sintomi Covid a una veglia funebre.
E non è tutto. Il sacerdote ha poi preso parte a una lezione di catechismo e infine a un pranzo alla Casa del Clero. Il prete è poi risultato positivo al Covid-19. Adesso decine di suoi colleghi, alcuni dei quali anziani, sono in quarantena obbligatoria.
Il prete in questione, in un messaggio audio registrato da un collega (che si è poi scusato) viene descritto come un negazionista convinto che la pandemia sia un complotto del Papa e di Giuseppe Conte.
Quest’ultimo avrebbe avuto febbre alta ma nonostante ciò non avrebbe interrotto le sue funzioni. Prima ancora di sottoporsi a un tampone, infatti, il parroco infatti avrebbe presenziato a una veglia funebre.
Successivamente avrebbe anche continuato a tenere lezioni di catechismo ai bambini che dovranno fare la cresima, contagiandone alcuni e facendo naturalmente infuriare i genitori.
Come se non bastasse il parroco ha partecipato (sempre con febbre e sintomi del Covid) a un pranzo organizzato alla Casa del Clero insieme ad altri colleghi. Ad oggi molti tra i colleghi sono ora in attesa di sottoporsi al tampone.
Solo successivamente il prete si sarebbe sottoposto a un test rapido, poi a quello molecolare, che hanno confermato la diagnosi di Covid-19. Ulteriori verifiche da parte dei sanitari sono in corso in questi giorni ma il rischio molto concreto è che il comportamento del religioso abbia innescato un pericoloso focolaio.
Di certo, comunque, tutti i sacerdoti che sono venuti in contatto con il loro collega dovranno rimanere in isolamento fino al 10 febbraio. La notizia è stata confermata anche dal vicario generale della Diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Tonino Lasconi.
Il vicario ha detto: “C’è chi preme, anche genitori e catechisti, per riprendere le attività come se tutto si potesse fare come era prima.
Non è così. Dobbiamo essere prudenti, anche i preti giovani, perché si è visto che l’età non rende immuni. Occorre, quindi, elaborare forme di catechismo da pandemia in corso senza far correre rischi a nessuno”.