Pene uguali per minori e maggiorenni: la proposta della Lega fondata sulla presunta maturità di un sedicenne.
Il Garante campano Samuele Ciambriello: «Un diritto penale simbolico, che non rispetta i principi costituzionali e i diritti umani»
Il leader della Lega Matteo Salvini, nella giornata di ieri, ha presentato una proposta di legge che prevede l’equiparazione del trattamento punitivo di maggiorenni e minori. Un intervento dal suo punto di vista necessario per contrastare l’aumento della criminalità giovanile, fondato sulla presunzione che «oggi un sedicenne è
molto più maturo di un tempo, quindi è giusto che si assuma oneri e onori; se sbagli paghi». Una iniziativa parlamentare ispirata alla storia di Giogiò Cutolo, il musicista napoletano ucciso da un minorenne.
Sulla proposta di legge accende i riflettori il Garante campano, Samuele Ciambriello, anche portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti: «Nelle dichiarazioni di Salvini c’è tutto il valore simbolico che oggi si dà alla pena, ripensata come retribuzione e deterrente. Una pessima idea, incostituzionale, solo populista.
Se si rimane congelati nella dimensione del rancore, della rabbia, della vendetta, ognuno rimane cristallizzato nel suo ruolo, nelle sue vesti, nelle proprie ideologie, nella propria idea di giustizia. C’è la convinzione che per ridurre i reati, bisogna aumentare le pene. Questo discorso adesso vogliono farlo valere anche per i minori. Si disegna una giustizia strabica, debole con i potenti e i politici, forte con gli ultimi, i minori appunto.
Bisogna ritornare a considerare il minore come una persona con meno personalità e responsabilità, di cui la politica si deve occupare nella fase che anticipa il diritto penale, quella della prevenzione, con misure sociali, dell’ascolto dei loro bisogni.
Nella proposta della Lega e dei suoi sostenitori c’è la carica istintiva del diritto penale, di pancia, non di testa!».