Il 31 agosto 2023, una tragedia ha colpito il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Un uomo di 56 anni ha ucciso a fucilate Amarena, una mamma orsa marsicana, lasciando soli i suoi due cuccioli di otto mesi. Da allora, i due fratellini hanno affrontato la vita selvaggia senza la loro guida e protezione.
Dopo giorni di ricerche, i tecnici del PNALM hanno finalmente avuto una buona notizia. Ieri pomeriggio, hanno visto i due orsetti sotto un melo in aperta montagna. I cuccioli si stavano nutrendo dei frutti e sembravano in buona salute. Questo dimostra che sono autonomi e indipendenti, nonostante la giovane età.
I tecnici del PNALM hanno deciso di non catturare i cuccioli per sottoporli a visita medica. Infatti, se gli orsetti restassero nel Parco, potrebbero sopravvivere da soli in natura. Invece, se fossero catturati, dovrebbero seguire un percorso di recupero e poi essere reintrodotti nel loro habitat. Questa operazione sarebbe molto rischiosa e stressante per gli animali.
I cuccioli hanno percorso più di 10 chilometri dal luogo dove è stata uccisa la madre, a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). Si sono spostati tra l’area del Parco e il territorio circostante, seguendo il corridoio ecologico che conoscevano con la mamma. Tuttavia, non è escluso che possano tornare a farsi vedere nel piccolo centro abitato. Per questo motivo, lo staff del Parco e gli animalisti sono sempre in allerta per impedire che subiscano altri danni.
L’uomo che ha sparato all’orsa Amarena ha confessato il suo gesto e si è detto pentito. Ha dichiarato di essere scortato da giorni e di ricevere continue minacce di morte. Ha anche affermato di non essere più in grado di vivere la sua vita normalmente. L’uomo è stato denunciato e dovrà rispondere del suo crimine.
Per il Parco Nazionale, la morte di Amarena è stata una perdita enorme. L’orsa marsicana era una specie simbolo dell’area protetta e una madre esemplare. Aveva avuto quattro figli nella precedente cucciolata e due nella successiva. Ora, solo due dei suoi sei cuccioli sono ancora vivi.
Prima di oggi, il protocollo per il recupero dei cuccioli orfani era stato applicato solo agli esemplari abbandonati dalla madre in condizioni troppo precarie per sopravvivere da soli. Invece, i cuccioli di Amarena si sono dimostrati capaci di adattarsi alla situazione e di trovare cibo da soli. Per questo motivo, i tecnici del Parco hanno optato per una soluzione diversa: lasciarli liberi nel loro ambiente naturale.
La storia dei cuccioli di Amarena è una storia di sopravvivenza e resilienza. Nonostante la tragedia che hanno subito, i due orsetti hanno continuato a vivere e a crescere nel Parco Nazionale. Questo è un segno di speranza per il futuro della specie e dell’ecosistema. Il Parco continuerà a monitorare i cuccioli e a proteggerli da ogni pericolo.