Roma, 22 maggio – Lo scorso 18 maggio presso la sala Conferenza di Palazzo Theodoli – Camera dei Deputati si è tenuta la prestigiosa premiazione organizzata dall’Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica presieduta dalla Dott.ssa Antonella Cortese. Il premio è stato conferito alle personalità che si sono distinte nel mondo della cultura, nel sociale e nel mondo delle professioni civili e militari, tra queste spicca il profilo del Tenente Colonello Stillian Cortese per la sezione “Tutela, Legalita e Sicurezza”.
Di seguito le motivazioni:
Il Ten. C Cortese dal 1° marzo 2021 è impegnato al comando della sezione Cooperazione internazionale di polizia nei settori relativi alla Criminalità Organizzata, Stupefacenti ed altri reati del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza. In tale ambito si occupa di indagini del Corpo relative ai settori di competenza ed è il referente del Corpo nel: Gruppo Integrato Interforze Ricerca Latitanti istituito presso il Ministero dell’Interno; tavolo tecnico Roma – Lione del G7; Comitato per la Sicurezza Interna (Co.S.I.).
Ha partecipato a numerosissimi convegni internazionali, sia comunitari che patrocinati dalle Nazioni Unite, ed il suo impegno di difesa e tutela sociale è evidente e tangibile, oltre che degno di nota e stima.
Dal settembre 2016 al marzo 2021, è stato il Comandante della sezione anti droga del Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Roma e, in quel contesto, ha vissuto da protagonista numerose indagini che hanno portato allo smantellamento delle più feroci consorterie criminali operanti sulla Capitale. Tra tutte, spiccano le indagini
eseguite nei confronti del clan Casamonica, nelle quali ha coordinato complesse operazioni sotto copertura che hanno gettato una luce nuova su quel contesto criminale, permettendo così di riscontrare le dinamiche tipiche delle associazioni mafiose.
Le investigazioni, oltre a generare numerosi arresti e diversi filoni d’indagine, sono confluite nel c.d. “Maxi Processo Casamonica” in cui i magistrati romani hanno chiesto pene per complessivi 630 anni di carcere.
La preziosa testimonianza del Ten. Col. Cortese ha cristallizzato il ruolo di diversi imputati ed ha concorso a sostenere le accuse di associazione mafiosa finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti.
Un riconoscimento meritato sul campo a rischio della propria vita.