Il Garante italiano per la Protezione dei Dati Personali ha inviato una lettera a MG Freesites, la società che gestisce Pornhub in Italia. Pornhub è il portale dove si trova uno degli archivi di pornografia più grandi del web. Il Garante vuole sapere come Pornhub protegge i dati personali dei suoi utenti e dei soggetti che appaiono nei video. La società ha 20 giorni per rispondere.
Pornhub non vive un momento facile. Negli Stati Uniti, alcuni Stati hanno introdotto delle leggi sulla verifica dell’età degli utenti. Per accedere ai siti con materiali per adulti, bisogna mostrare la carta di identità. Un software controlla l’età e decide se dare o negare l’accesso. Dove c’è questo sistema, il traffico di Pornhub è crollato dell’80%. Così il sito ha chiuso in questi Stati.
In Italia, per ora, non c’è il rischio di una chiusura di Pornhub. Lo spiega a Fanpage.it Guido Scorza, membro del Garante della Privacy: “Questa lettera è solo una richiesta di informazioni. Di solito chi riceve queste comunicazioni ci risponde senza problemi. Se MG Freesites non ci risponde, vedremo cosa fare. Non sarebbe un buon segnale”.
Una delle domande del Garante riguarda l’età degli utenti: “Quali misure hanno adottato per verificare l’età anagrafica degli utenti e per consentire agli utenti l’esercizio dei diritti in materia di protezione dei dati personali?”. Su questo punto, però, il Garante esclude provvedimenti simili a quelli degli Stati Uniti.
“Qui nessuno sta pensando di obbligare gli utenti a mostrare un documento di identità prima di entrare in un sito. Capiremo come fare a definire meglio i criteri con cui viene verificata l’età delle persone che accedono ma ora non sono previste misure di questo tipo”. Così Scorza rassicura gli utenti italiani.
Da cosa nasce questa richiesta di informazioni? Da una segnalazione di un utente, dice il Garante. In realtà si tratta di un collettivo: #StopDataPorn. Gli attivisti di questo gruppo hanno denunciato pubblicamente Pornhub perché non rispetterebbe le norme del GDPR, il regolamento europeo sulla privacy.
A spiegare l’accusa è l’avvocato del collettivo Alessandro Polidoro: “Pornhub non chiede il consenso. Pornhub ha a che fare con i gusti sessuali delle persone e non chiede il permesso di usare i loro dati”. Secondo Polidoro, Pornhub viola i diritti fondamentali delle persone che usano il sito.
Ora bisogna aspettare la risposta di MG Freesites. Se la società risponderà alle domande del Garante, si potranno valutare le eventuali misure da adottare. Se invece la società non risponderà, il Garante potrà avviare un procedimento sanzionatorio nei confronti di Pornhub. Il sito porno più famoso del web dovrà dimostrare di rispettare la privacy dei suoi utenti e dei suoi protagonisti.