Poliziotto morto a Napoli, Borrelli (Verdi): Serve una risposta decisa e dura da parte delle istituzioni

27 Aprile 2020 - 15:08

Poliziotto morto a Napoli, Borrelli (Verdi): Serve una risposta decisa e dura da parte delle istituzioni

Nella notte tra il 26 ed il 27 aprile è rimasto ucciso il poliziotto di 37 anni Pasquale Apicella nel tentativo di bloccare la fuga di 3 rapinatori. I malviventi avevano compiuto un furto in un istituto bancario in via Abate Minichini quando sono stati inseguiti dalle forze dell’ordine   che poi in via Calata Capodichino hanno creato una sorta di posto di blocco con le auto di servizio, ma i rapinatori non hanno arrestato la corsa ed hanno impattato la vettura con a bordo Apicella ed un suo collega, rimasto ferito.

Così il consigliere Regionale  dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, commentando la prematura scomparsa di un poliziotto morto nel tentativo di sventare un furto in banca a Napoli. Pasquale Apicella, agente scelto, aveva 37 anni ed era alla guida della volante intervenuta in via Abate Minichini che è stata travolta da una banda di criminali in fuga, violentissimo l’impatto. Un altro agente ferito lievemente.

Come mostrato dalle immagini della testata Juorno, l’impatto è stato violentissimo, tanto da distruggere completamente l’auto della Polizia, il corpo dell’agente Apicella è stata sbalzato fuori dal parabrezza. Due dei malviventi, di origini rom, sono stati arrestati mentre il terzo è ricercato.

“Ci uniamo al dolore della famiglia Apicella, un poliziotto, un uomo che – ricorda – ha sacrificato la propria vita per fermare dei criminali senza scrupoli.  Affinché il sacrificio di Apicella non sia vano serve una risposta decisa e dura da parte delle istituzioni, non si può permettere ai criminali di averla vinta”.

“Non è possibile assistere alla morte dei poliziotti mentre – sottolinea – vengono scarcerati mafiosi e camorristi. Questa è una sconfitta dello Stato ed un insulto a chi sacrifica la propria vita per combattere la criminalità”.

“Siamo molto vicini alle forze dell’ordine perché – coclude Borrelli – il loro lavoro è essenziale e rischioso, per cui affinché i loro sforzi non vengano sacrificati occorrono pene severissimi per i criminali che non hanno rispetto neanche per la vita umana”.