Sabato scorso, 29 luglio, ha avuto luogo la presentazione della raccolta poetica “Finchè il sangue non ci separi” (Leonida Edizioni) del poeta Alessandro Russo.
L’evento è stato organizzato nella suggestiva atmosfera di Positano, presso l’Ufficio del Turismo “Luca Vespoli” ed ha visto, oltre al poeta, la presenza di un nutrito pubblico e di ospiti d’eccezione. Ad accompagnare, infatti, il viaggio nel fulcro poetico dell’opera prima del nostro autore, due ospiti d’eccezione: gli attori Giovanni Caso e Giampiero Ianneo.
Al termine dell’evento, abbiamo incontrato Alessandro, che così esplica il suo legame con Positano.
“Presentare un libro a Positano è uno di quei momenti per cui vale la pena scriverlo e pubblicarlo. Può sembrare un’esagerazione, ma resta il fatto che Positano ha poco di ordinario, è un “non luogo” in equilibrio instabile tra il comune senso del bello e una singolare attitudine neoromantica al sublime, che lo proiettano con naturalezza nella dimensione onirica.”
Ci è parso d’obbligo, dinanzi a tale profondità espressiva, chiedere al poeta cosa per lui fosse la poesia.
Questa la sua risposta. “Le mie poesie sono come un diario di viaggio, dove finiscono le impressioni del vivere, riviste con gli occhi della “musa”. Ci pensa lei a scegliere, magari cambiare, e quando è pronta, si fa sentire, parlando velocemente. Io, come scrivo nella mia poesia “La chiamo poesia”, devo farmi trovare pronto a fissare la sua voce sulla pagina bianca.”
“Oggigiorno, ritengo che la poesia sia più che mai attuale e necessaria – continua il poeta – . Ovviamente il suo ruolo travalica quello che può essere il bisogno fisiologico che io ho di lei per andare avanti. Quindi, allargando il discorso, posso dire tranquillamente che la necessità della poesia sia da ricercare nella sua capacità di mostrare l’abisso della parola, la sua radice che non si esaurisce e che come ho già accennato, offre sempre un rimando ad altro (così fa la grande poesia). La forza di tutto ciò è che la poesia quando parla, lo fa non pretendendo di informare. Semplicemente comunica, indicando un’altra via, quindi una possibilità.”
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