A Gallipoli (Lecce) gruppi di adolescenti colgono di sorpresa gli automobilisti e si lanciano sulle vetture in corsa, emulando così – pericolosamente – le “gesta”
pubblicate sul Web da loro coetanei. A lanciare l’avvertimento sono stati diversi utenti tramite segnalazioni su un gruppo Facebook frequentato dai cittadini
gallipolini. E’ una pericolosissima sfida lanciata sui social (planking challenge). Su un gruppo Facebook. “Vorrei segnalare agli automobilisti – scrive
preoccupata Debora – che in Viale Europa ci sono ragazzini tra i 10 e i 12 anni che si nascondono dietro le auto parcheggiate e appena vedono i fari di
un’auto si buttano letteralmente in mezzo alla strada”. Il tutto accade tra le otto e le nove di sera. Due le zone indicate: viale Europa e centro storico,
nei pressi della Chiesa della Madonna della Purità. Finora le segnalazioni ci sono state solo sui social, mentre, nessuna richiesta di intervento sarebbe
giunta al sindaco, alla polizia municipale e alle forze di polizia, che hanno comunque intensificato i controlli. Da un paio di giorni, a Gallipoli sono aumentate
le pattuglie di polizia e vigili urbani proprio nelle zone di viale Europa e del centro storico. Una conferma arriva anche da Alessandro Leone, comandante
della polizia locale: «Non abbiamo ricevuto denunce, ma è bene tenere alta l’attenzione. Non abbiamo molti elementi e ciò che possiamo fare è un’azione di
prevenzione. Invitiamo i cittadini ad allertare immediatamente le forze dell’ordine se dovessero assistere a questi episodi e non solo a scriverlo in
rete. Solo così potremmo intervenire in fretta e capire di cosa si tratta».
Ragazzini contro le auto in corsa, il fenomeno in Italia fatto assolutamente
inedito. Già nell’ottobre scorso, come testimonia un video pubblicato allora su TikTok, alcuni adolescenti di Napoli avevano iniziato a cimentarsi con la
‘planking challenge’. Dietro le pericolosissime ‘challenge’ sui social, che stanno spopolando soprattutto negli ultimi mesi, potrebbe influire anche il
disagio causato dall’isolamento da pandemia. La dottoressa Gabriella Nenna, psicologa, ha spiegato: «I ragazzi si sono ritrovati da un eccesso di attività
e impegni ad avere troppo tempo da riempire. In queste condizioni, la definizione del sé sociale avviene tramite i social, uno strumento utilizzato troppo
spesso per respingere la solitudine e dimostrare qualcosa agli altri. C’è una sorta di competizione di cui gli adolescenti spesso non comprendono il
limite e quella che è una prova pericolosa, per loro diventa un gioco. Dobbiamo interrogarci sulle dinamiche che scatenano questo percorso».