Pino Grieco, da Barra ai sacrifici per cantare i sentimenti nelle sue canzoni

28 Marzo 2025 - 19:23

Pino Grieco, da Barra ai sacrifici per cantare i sentimenti nelle sue canzoni

Pino Grieco, da Barra ai sacrifici per cantare i sentimenti nelle sue canzoni

Un ragazzo qualunque dopo la fine di una storia d’amore, scrive una canzone per dire che “Sento ancora che fai parte ’e me, e invece tu t’’e scurdate ’e me”. A 30 anni si è giovani abbastanza per costruire nuovi sogni e gridare al mondo che “Voglio turnà a vivere”.

È la storia del primo brano del cantante Pino Grieco (nella foto), nome d’arte di Giuseppe Apa, che vive a Barra e lavora come corriere «per pagare le bollette». Barba lunga e occhi dolci, una sera di sette anni fa conobbe Antonio Colonna, suo coetaneo, suo amico, oggi suo manager. Gli appassionati del genere conoscono di certo “Si t’annamure” cantata in duetto con Anthony, che ha avuto molte visualizzazioni. Viene chiesto ad Antonio e Pinò (non è un errore di battitura, ma proprio un accento tonico con cui l’artista viene chiamato dal suo compagno di squadra) come nasce questo sodalizio artistico.

Ci si chiede se il nome d’arte scelto è l’anagramma di qualcosa. «È ’na storia longa, a vuò sentì?», risponde Colonna.

E lì, si cerca di capire perchè questa voce di periferia stia facendo parlare di sé. Si apprezza l’umiltà di due artisti che si sono incontrati, definiti nei propri ruoli e valorizzati.

«Andammo ad incidere la prima canzone da Gino Coppola ed Enzo Belli e scegliemmo il cognome “Grieco” in onore del videomaker, e il nome “Pino” come Franzese, che poi ci sta bene pure per Pino Daniele. Abbiamo pensato che fosse di buon auspicio. Pensammo a tutto, pure al look un po’ più casual e alla barba più corta, perche era ’nu poco longa!».

Quanta capacità di mettersi in discussione ci vuole per credere in qualcosa, lo sa solo chi osa. Oggi Pino Grieco ha inciso 13 brani (“Voglio turnà a vivere”,“E ’nnammurate a Napule”, “Gli amanti”, “O vulisse ancora”, “’Nu guaglione ’e miez a vij”, “Giuro me so ’nnammurato”, “Si t’annamure (feat Anthony), “I vaco pazzo pe tte (cover Ciro Rigione), “A meglia femmena”, “Sempe e notte”, “Nun ce’o pozze dicere”, “Via Roma 53” e “Sulo pe tte”) e la sua carriera musicale, iniziata con un concerto in una festa di piazza a Ponticelli, ha già all’attivo un tour di consensi fra Roma, Bari, Foggia e Modena. Le canzoni non le scrive più lui, ma punta tutto sulla voce.

«Abbiamo preferito comprare gli altri brani per non strafare e sbagliare – spiega il manager Antonio Colonna – perché ci sono dietro grandi sacrifici, per realizzare un sogno bisogna lavorare, e per crescere sia artisticamente che come essere umani bisogna rimanere con i piedi per terra. Le canzoni le facciamo scrivere per poterle interpretare al meglio e Pino in questo è maestro di sentimento e purezza, come quando canta “E ’nnammurate a Napule”, scatta cartoline della città, canta il sentimento vero dei baci dati sotto il sole, la bellezza di due caffè al bar, ci si innamora ’o veramente, mi emoziono sempre quando la canta».

Ascoltando il brano ci si chiede se sia la canzone preferita di Pino, ed invece viene fuori che sente molto sua “Giuro me so ’nnammurato”, scritta da Francesco Franzese e arrangiata da Davide Russo, dove anima e pensieri spogliano un cuore che non ha fatto in tempo a fermarsi. La canzone abita Napoli, dove si è tutti un po’ figli d’arte. Lo stesso Pino, infatti, proviene da una famiglia in cui tastiera e batteria hanno sempre fatto rima con quotidianità. Se tu potessi scrivere un’intervista per te stesso, cosa ti piacerebbe chiedere?, gli viene chiesto. «Vorrei che mi chiedessero – afferma – se voglio fare il neomelodico solo per guadagnare o se davvero è una passione a cui non posso rinunciare».