Pina e Giuseppe, uccisi dal coronavirus a 10 giorni di distanza dopo 54 anni di matrimonio

22 Aprile 2020 - 9:00

Pina e Giuseppe, uccisi dal coronavirus a 10 giorni di distanza dopo 54 anni di matrimonio

Pina e Giuseppe, uccisi dal coronavirus a 10 giorni di distanza dopo 54 anni di matrimonio.

Una vita insieme, un matrimonio durato 54 anni. E poi un virus che ha spazzato via tutto quanto, portandosi via marito e moglie nel giro di soli 10 giorni. Da Montello, piccolo comune della Val Cavallina in provincia di Bergamo, arriva un’altra storia di una famiglia stravolta dal Coronavirus, il nemico invisibile che nella specialmente nella Bergamasca ha seminato dolore e morte.

Il Covid-19 si è portato via anche Giuseppe Chiodi e Giuseppina Indovina, di 77 e 78 anni. A raccontare la loro storia è il quotidiano locale “Bergamonews” attraverso le parole di uno dei due figli, Carlo, autotrasportatore di 49 anni che fino a poco prima del ricovero ha accudito i genitori.

La storia di Giuseppe e Giuseppina, per tutti Pinuccia, è quella di una coppia di giovani meridionali venuti al Nord per cercare lavoro. E che nello stabilimento della ditta Videoplastic di Gorlago si erano conosciuti e avevano trovato anche l’amore, sancito con il matrimonio nel 1966 e arricchito dalla nascita di due figli, Terry e Carlo.

Un’esistenza felice e tranquilla fino alla fine di febbraio, quando il maledetto virus che finora, nella sola Lombardia, ha causato oltre 12.500 morti si è affacciato anche nella loro casa di Montello.

Il primo a stare male, alla fine di febbraio, è stato Giuseppe, seguito poco dopo dalla moglie. Il racconto del figlio è qualcosa di già sentito, ma che va ribadito per evitare che una situazione simile possa ripetersi in futuro.

Per giorni infatti Carlo ha chiamato il 112, sentendosi però rispondere che si trattava di una normale influenza e che bastava la tachipirina. Poi però le condizioni dei genitori sono peggiorate: il padre è stato ricoverato al Policlinico di Zingonia dove è morto il 14 marzo, da solo.

La madre è stata invece portata all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo: il figlio è riuscito ad abbracciarla forte prima che andasse, l’ha poi vista attraverso una videochiamata, costretto a mentirle sulle condizioni del padre per non darle ulteriore dolore.

È stato però tutto inutile: il 24 marzo, dieci giorni dopo il marito, anche Pinuccia è morta. E Carlo, per via della quarantena, ha dovuto trascorrere due settimane da solo in isolamento nella casa dei suoi genitori morti: “È un trauma che non so quando potrò superare”. (FanPage)