Arrestato il vicino Dassilva, amante di Manuela Bianchi.
Oggi verrà sentito il fratello di lei. La vittima, 78 anni, venne uccisa la notte del 3 ottobre nel garage di casa con 29 coltellate
Forse la nuora di Pierina Paganelli, Manuela Bianchi sapeva che a uccidere l’anziana era stato Louis Dassilva.
E’ quanto emerge dalle indiscrezioni uscite dalla Procura dopo il lungo interrogatorio a cui è stata sottoposta la 53enne ieri dopo la svolta nelle indagini che hanno portato all’arresto del vicino di casa, presunto amante della Bianchi.
La donna è stata interrogata per oltre 7 ore: provata, interrogata come persona informata dei fatti, è uscita dalla Procura assediata dai cronisti senza rilasciare dichiarazioni.
E per oggi, alle 9.30, è stato convocato suo fratello, Loris Bianchi. L’interrogatorio verterà sui legami tra parenti e vicini di casa di via Del Ciclamino.
Loris e la sorella, per gli inquirenti, forse sapevano o sospettavano di Louis. Lo si evincerebbe anche dall’ordinanza del gip Cantarini che riporta due importanti fasi dell’indagine.
La prima in ordine di tempo è quella che risale addirittura al 4 ottobre del 2023, giorno del ritrovamento del cadavere.
Louis Dassilva e Manuela Bianchi sono intercettati nella sala d’aspetto della questura di Rimini e secondo gli inquirenti in quel momento lei diventa consapevole di quanto fatto da lui.
“Tra noi però le cose non cambiano”, le avrebbe detto lui in risposta alle richieste di rassicurazione di lei.
Secondo gli investigatori è in quel preciso momento che lei capisce o intuisce che c’è qualcosa che non va.
Non solo: nel mese di gennaio 2024 Manuela intercettata mentre parla col fratello Loris dice:
“È stato per colpa mia, per questo non mi posso perdonare, non dovevo mandare fuori di testa nessuno. È per quello che dico che delle volte succede qualcosa”.
Per chi indaga questa è la prova che la Bianchi sospettava che Louis avesse agito per amor suo, per fermare la suocera che la faceva soffrire.
Le accuse contro Dassilva
Su lui grava l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato: il Gip ha ritenuto infatti la sussistenza delle tre aggravanti contestate, ritenendo che Dassilva abbia commesso il fatto per “futili motivi, agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa”.
Ieri mattina sono partite le perquisizioni in casa dell’uomo, 34 anni, condotte dal personale della Polizia Scientifica di Bologna dopo che la Squadra Mobile di Rimini ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Nelle carte si legge che “il movente è individuato dal Gip nella relazione amorosa, e nel timore della sua scoperta, che univa come unisce l’indagato a Manuela Bianchi”.
Determinante per le indagini è stata la videoripresa di una videocamera di via Ciclamino che, alle 22,17, aveva ripreso un soggetto di carnagione scura, di spalle mentre camminava in direzione del portone del civico 31.
L’unico abitante di colore, puntualizzano nell’accusa, nel condominio 31 (come in quelli vicini) era proprio l’indagato che invece aveva sempre sostenuto di essere rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo.