Un giovane padre, arrestato per maltrattamenti su un neonato di 5 mesi, mirava anche a una causa civile contro l’Ospedale di Padova. Voleva ottenere un risarcimento per i danni subiti dal bambino. Un piano cinico, aggiunto alle già gravi accuse delle indagini della Squadra Mobile di Padova.
Il bambino, dopo il ricovero in Pediatria, è stato dimesso poche settimane dopo l’arresto del padre. Ora è affidato ai Servizi Sociali. La madre non risulta coinvolta e non era a conoscenza delle violenze.
Il 22enne viveva a Camisano Vicentino con la compagna. Accusato di maltrattamenti e lesioni gravi, era già padre di un altro figlio. Era sotto osservazione da due giorni quando è stato colto in flagrante. La polizia aveva installato telecamere nella stanza dell’ospedale, puntate sulla porta e sul letto del neonato.
Le immagini mostrano il padre entrare nella camera, controllando di non essere visto. Avvicinandosi al letto del figlio, gli metteva le dita in bocca e gli schiacciava il petto. Manovre ripetute, interrotte solo dall’arrivo di qualcuno.
Gli inquirenti ritengono che il padre non volesse uccidere il bambino, ma provocargli una disabilità permanente. Mirava a ottenere sussidi statali e risarcimenti. Le manovre sembravano mirate a causare danni fisici permanenti. Il sospetto è che volesse far ricadere le responsabilità sull’ospedale, lamentando negligenza dei medici. Una strategia calcolata per ottenere un risarcimento significativo.
I primi ricoveri del neonato risalgono a un mese e mezzo dopo la nascita, all’ospedale di Vicenza. I dottori avevano notato danni alla gola e allo sterno, senza segni evidenti sul corpo. Ogni volta che il bimbo migliorava, seguiva una ricaduta. Trasferito a Padova, il copione si ripeteva: dimissioni annunciate, condizioni peggiorate all’improvviso, spesso durante le visite del padre.
Il sospetto dei medici portò alla segnalazione alla polizia tra il 28 e il 29 ottobre. Le telecamere installate e l’arresto del giovane padre portarono alla luce l’orrore.
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