Un 32enne di origini straniere picchiava ripetutamente la moglie impedendole di lavorare e negandole qualsiasi disponibilità economica.
Geloso e possessivo, controllava il telefono della coniuge di tre anni più giovane e le imponeva persino gli abiti da indossare. Comportamenti finalizzati ad
isolare e segregare la poveretta che hanno raggiunto il culmine lo scorso 12 ottobre quando il marito, convinto che la moglie fosse nuovamente incinta, in uno
scatto d’ira, l’ha picchiata col chiaro obiettivo di farla abortire, provocandole lesioni alla testa e al corpo. Diverse le condotte violente e vessatorie poste in
essere nei confronti della moglie 29enne, anch’ella straniera, alla presenza dei tre figli, tutti più piccoli di 14 anni. Lei stessa ha raccontato tutto ai carabinieri di
Torricella Sicura dopo l’ultimo drammatico episodio di violenza. Per tutti questi motivi i Carabinieri della Stazione di Torricella Sicura (Teramo)
hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Teramo, su richiesta della
Procura della Repubblica del capoluogo per i reati di “maltrattamenti contro familiari” e lesioni personali aggravate nei confronti del 32enne.
L’uomo è stato condotto alla casa circondariale di Teramo. Una sentenza simile a quella comminata dal Tribunale di Brescia a febbraio all’uomo che
aveva costretto la fidanzata 34enne ad abortire perché convinto che il figlio che la ragazza portava in grembo non fosse suo. Di una vicenda analoga
avevamo già parlato lo scorso giugno quando è arrivata la condanna a tre anni e mezzo di carcere nei confronti di un 40enne indiano trasferitosi
a Casalmoro (Mantova) che avrebbe segregato, minacciato e picchiato la moglie fino a farla abortire. Fonte fanpage.it.