In Italia da gennaio a maggio 2024 sono stati segnalati 110 ricoveri, con almeno 15 in terapia intensiva, di piccoli lattanti e tre neonati deceduti
per l’epidemia di pertosse. Sono colpiti principalmente neonati e lattanti non vaccinati. “La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e
pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso”, ha spiegato la presidente della
Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%. “Possiamo tutelare questa
popolazione particolarmente vulnerabile attraverso l’immunizzazione della mamma durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza,
altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati. Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione
contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. È inaccettabile che nel 2024 si possa morire a causa di malattie infettive per le quali esistono
vaccini efficaci e sicuri”. Alfredo Guarino, presidente della sezione Campania della Sip – “La maggior parte dei casi di pertosse è stata registrata in Campania, Sicilia e
Lazio”. Particolarmente preoccupante la situazione nella nostra regione, la Campania, dove abbiamo registrato oltre 30 ricoveri di lattanti affetti da
pertosse nei centri di malattie infettive pediatriche di Napoli”. Il vaccino contro la pertosse fa parte del cosiddetto esavalente, iniettato in genere nei bambini
entro l’anno di vita e che protegge l’organismo da altre cinque malattie specifiche: tetano, difterite, epatite B, poliomileite e haemophilus
influenzae di tipo B. Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione per la pertosse acellulare di tutti i bambini a partire dal compimento
dell’ottava settimana di vita. Nel primo anno di vita viene somministrato un ciclo di tre dosi di vaccino contenuto nell’esavalente. La seconda dose
di richiamo è consigliata a 5-6 anni e una terza a 14-15 anni d’età. La vaccinazione viene raccomandata fin dal 3° mese di vita in modo da assicurare la
protezione del bambino nel primo anno di vita, periodo di maggiore pericolosità della malattia. L’allerta della Società Italiana di Pediatria arriva dopo
l’allarme dell’Ecdc su quasi 60mila casi in Europa nel 2023 fino ad aprile 2024, con una crescita di oltre 10 volte sul 2022 e 2023. Fonte tgcom24.