Le sanzioni contro l’Iran, sospese dall’accordo sul nucleare del 2015, sono state ripristinate. La decisione è stata presa il 27 settembre dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dopo che, lo scorso mese, Regno Unito, Francia e Germania avevano accusato l’Iran di non aver rispettato gli impegni presi. A queste sanzioni si aggiungono poi anche quelle ripristinate dall’Unione Europea il 29 settembre.
La decisione del Consiglio di Sicurezza ONU è avvenuta dopo il fallimento di una serie di negoziati. Le sanzioni colpiranno imprese, individui ed enti che contribuiscono direttamente o indirettamente allo sviluppo del programma nucleare iraniano. Prevedono anche misure di natura economica e commerciale. Accanto a queste sanzioni finanziarie l’UE vuole ripristinare misure volte a impedire l’accesso agli aeroporti dei voli cargo iraniani.
Le prime sanzioni erano state imposte tra il 2008 e il 2010. Poi, nel 2015 le stesse erano state ritirate sulla base di un accordo di regolamentazione delle attività nucleari iraniane. Tuttavia, quando gli USA si erano unilateralmente ritirati dallo stesso accordo nel 2018, l’Iran aveva ripreso a superare i limiti sull’arricchimento dell’uranio.
Alla base degli accordi, la paura che l’arricchimento dell’uranio sopra una certa soglia potesse essere finalizzato a scopi militari e non civili. Ma l’Iran ha sempre smentito.
La crisi e il conflitto con Israele negli scorsi mesi, con il bombardamento di alcuni siti nucleari iraniani, avevano riacceso i riflettori su quello che l’occidente vede come una minaccia alla stabilità dell’area e alla sicurezza dei suoi alleati. L’accusa di Regno Unito, Francia e Germania muoveva dal fatto che l’Iran non aveva permesso agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’ONU (AIEA) di accedere ai siti di sviluppo nucleare.
Abbas Araghchi, ministro degli esteri iraniano, ha parlato di una “prepotenza dell’occidente” aggiungendo che la responsabilità ricadrà su chi sceglie “lo scontro al posto della cooperazione”. Kaja Kallas, alta rappresentante per la politica estera UE, ha commentato che “le sanzioni non devono fermare la diplomazia”.
Fonti: Ansa, Internazionale, EUnews