Paura armi nucleari: nuove sanzioni contro l’Iran

1 Ottobre 2025 - 16:38

Paura armi nucleari: nuove sanzioni contro l’Iran

Le sanzioni contro lIran, sospese dallaccordo sul nucleare del 2015, sono state ripristinate. La decisione è stata presa il 27 settembre dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dopo che, lo scorso mese, Regno Unito, Francia e Germania avevano accusato lIran di non aver rispettato gli impegni presi. A queste sanzioni si aggiungono poi anche quelle ripristinate dallUnione Europea il 29 settembre.

La decisione del Consiglio di Sicurezza ONU è avvenuta dopo il fallimento di una serie di negoziati. Le sanzioni colpiranno imprese, individui ed enti che contribuiscono direttamente o indirettamente allo sviluppo del programma nucleare iraniano. Prevedono anche misure di natura economica e commerciale. Accanto a queste sanzioni finanziarie lUE vuole ripristinare misure volte a impedire laccesso agli aeroporti dei voli cargo iraniani.

Le prime sanzioni erano state imposte tra il 2008 e il 2010. Poi, nel 2015 le stesse erano state ritirate sulla base di un accordo di regolamentazione delle attività nucleari iraniane. Tuttavia, quando gli USA si erano unilateralmente ritirati dallo stesso accordo nel 2018, lIran aveva ripreso a superare i limiti sullarricchimento delluranio.
Alla base degli accordi, la paura che larricchimento delluranio sopra una certa soglia potesse essere finalizzato a scopi militari e non civili. Ma lIran ha sempre smentito.

La crisi e il conflitto con Israele negli scorsi mesi, con il bombardamento di alcuni siti nucleari iraniani, avevano riacceso i riflettori su quello che loccidente vede come una minaccia alla stabilità dellarea e alla sicurezza dei suoi alleati. Laccusa di Regno Unito, Francia e Germania muoveva dal fatto che lIran non aveva permesso agli ispettori dellAgenzia internazionale per lenergia atomica dellONU (AIEA) di accedere ai siti di sviluppo nucleare.

Abbas Araghchi, ministro degli esteri iraniano, ha parlato di una prepotenza delloccidenteaggiungendo che la responsabilità ricadrà su chi sceglie lo scontro al posto della cooperazione. Kaja Kallas, alta rappresentante per la politica estera UE, ha commentato che le sanzioni non devono fermare la diplomazia.

Fonti: Ansa, Internazionale, EUnews

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