Sabato sera, Bologna era sommersa dall’acqua. Nonostante l’allerta rossa, i rider continuavano a consegnare cibo. Le immagini dei fattorini in difficoltà hanno fatto il giro del web, mentre molti cittadini ordinavano pizza o hamburger senza scrupoli.
Tra i rider, Harshad (nome di fantasia), un giovane pakistano di 22 anni, ha sfidato il maltempo per ore. Pedalava tra il centro e la periferia, con l’acqua fino ai polpacci. “Era pericoloso, ma questo è il mio lavoro”, ha raccontato al Corriere. Ha continuato a consegnare, guadagnando con ogni consegna.
Harshad ha smesso solo a mezzanotte e mezza, nel momento peggiore dell’alluvione. Nessuno, però, gli ha mostrato sostegno o gratitudine. “Né una parola di incoraggiamento, né una mancia”, ha detto. Alla fine della serata ha guadagnato 120 euro, rischiando la vita.
Nel frattempo, la Filt e la Nidil Cgil di Bologna hanno denunciato le aziende di delivery. L’unica piattaforma ad aver sospeso le attività è stata Just Eat, che tutela i suoi rider come dipendenti. Le altre, invece, hanno lasciato lavorare i ciclofattorini, senza preoccuparsi delle condizioni estreme.
I sindacati hanno deciso di agire per vie legali. Vogliono chiarire le responsabilità delle piattaforme che non hanno fermato le consegne. La CGIL avverte: “Non è solo maltempo. È crisi climatica. Sarà la nostra nuova normalità.”
La magistratura adesso deve intervenire per evitare che questi rischi si ripetano. I rider, nel frattempo, continuano a lavorare senza tutele, mentre la crisi climatica si aggrava ogni giorno di più.
Fonte: Fanpage
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