“La scuola era un inferno perché sono uscite fuori notizie di cui non sapevo nulla, di cui nessun genitore sapeva. L’immagine dell’istituto era perfetta, ma quello che accadeva dentro nessuno lo sapeva. Stiamo raccogliendo racconti di altri episodi”- avrebbe spiegato nelle ultime ore la madre delle 15enne di Senigallia, morto suicida lunedì 14 ottobre, dopo che si era allontanato da casa con la pistola presa di nascosto al padre.
Seguici:https://whatsapp.com/channel/0029Va98j39A2pLCrvzsr50C
Dalle parole della madre emergerebbe infatti la durissima realtà che il ragazzo si trovava costretto ad affrontare ogni giorno all’interno della scuola da lui frequentata.
La donna infatti avrebbe fin da subito denunciato alcuni compagni per atti di bullismo, già durante le ricerche del ragazzo. Secondo la donna il figlio le avrebbe confessato, nei giorni precedenti alla scomparsa, tutto il disagio vissuto in quel periodo a causa dei compagni, provando perfino vergogna nell’esprimere le sue difficoltà alla donna.
“Lo bullizzavano, lo prendevano in giro e gli dicevano parolacce. – queste le ultime affermazioni della donna che sarebbero andate in onda ieri, mercoledì 23 ottobre, durante un’ospitata in studio nella puntata del programma Mediaset Fuori dal Coro – Alcune di queste non sono riuscita a fargliele dire perché si vergognava. L’educazione che io e suo padre gli avevamo dato non gli permetteva di dire certe cose, di offendere”.
Assistita dall’avvocata Pia Perricci, la famiglia del ragazzo avrebbe dichiarato che la scuola non può non assumersi delle importanti responsabilità nel suicidio del ragazzo. Per questo motivo starebbero cercando di raccogliere tutte le prove possibili a sostegno della tesi secondo la quale la scuola avrebbe dimostrato una grande mancanza di attenzione rispetto ai problemi del ragazzo. La Procura starebbe addirittura indagando per istigazione al suicidio.
“La colpa è dell’istituzione che anche ora sta avendo un comportamento omertoso, così come è stato quello della classe (tranne alcuni). – queste le parole in studio dell’avvocata – Bullismo non vuol dire solo picchiare, prendere in giro o essere violenti con le parole. Ma anche chi è omertoso e silenzioso lo fa. La scuola non è intervenuta”.
Avrebbe poi aggiunto:”Negli ultimi giorni, nell’ultima settimana, portava sempre le cuffiette nelle orecchie per non sentire quello che succedeva. Come mai gli insegnanti non hanno annotato nulla?”.
Inoltre sembrerebbe essersi presentato ai funerali del ragazzo anche il dirigente scolastico dell’istituto, al quale la madre del giovane, rifiutandosi di stringergli la mano, avrebbe detto: “Perché devo stringere la mano a qualcuno che ha ignorato tutto? Cosa era venuto a fare in chiesa quel giorno? C’erano i parenti, gli amici, la mia famiglia. Cosa è venuto a fare? Ci sono state mancanze gravi, molto gravi, e questo deve cambiare. Perché non è successo solo a mio figlio”.
“Pieno di vita, un uragano, bionico. Faceva tanti tipi di sport”, queste le parole piene di dolore, quanto d’amore, che la donna avrebbe utilizzato in studio per ricordare il figlio, assieme ai sogni che aveva: “Sognava la divisa, erano anni che parlavamo di fare concorsi e lui voleva indossarla”.
Fonte: Fanpage.it