Ultim’ora: “Siamo in Pandemia”. Annuncio terribile della Organizzazione Mondiale della Sanità.

11 Marzo 2020 - 17:45

Ultim’ora: “Siamo in Pandemia”. Annuncio terribile della Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ultim’ora: “Siamo in Pandemia”. Annuncio terribile della Organizzazione Mondiale della Sanità.

La decisione era nell’aria da qualche giorno ed ora è arrivata la conferma: l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato “pandemia” l’emergenza Coronavirus.

L’infezione, scoppiata in Cina, precisamente nella città di Wuhan, alla fine dello scorso mese di dicembre, si è diffusa in oltre novanta paesi, per un bilancio totale, aggiornato ad oggi – 11 marzo – di 4.350 morti, di cui oltre 600 anche in Italia.

Ciò significa che da questo momento in poi i singoli stati devono fare un passo indietro ed eseguire i piani dell’Oms per impedire che il nuovo virus dilaghi ulteriormente. Gli esperti potranno richiedere una serie di misure anche drastiche, come lo stop alle attività produttive e i limiti alla circolazione anche via terra.

Provvedimenti che potrebbero essere applicati in primis proprio nel nostro Paese, il terzo per numero di contagi dopo la Cina e la Corea del Sud.

La dichiarazione di pandemia, che si differenzia dalla semplice epidemia, si è resa necessaria per impedire ulteriori casi di infezioni. D’altronde, da giorni c’erano almeno due criteri per tale definizione per l’infezione da Covid-19: si diffonde tra le persone e può essere mortale.

La sua caratteristica globale è stata infine confermata dai dati certi sui primi focolai africani e sudamericani. Walter Ricciardi dell’Oms, consigliere per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali del ministro della Salute italiano Roberto Speranza, aveva dichiarato: “Con la dichiarazione dello stato pandemico l’Oms può mandare i suoi operatori in loco, come fanno i caschi blu dell’Onu e chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigamento, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra”.

Tuttavia, ha sottolineato l’esperto, non c’è obbligo, “ma il non rispetto delle disposizioni equivarrebbe alla mancata applicazione di norme internazionali, che implica l’applicazione di sanzioni”.

A lui aveva fatto eco il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Ci sono paesi però che hanno mostrato che questo virus può essere contenuto, quindi non dobbiamo arrenderci e adottare un approccio globale”.

Sulla base di ciò che è stato fatto in Cina, dunque, per gli esperti c’è la speranza di controllare il virus, ma la preoccupazione è soprattutto per i paesi in cui il sistema sanitario non è così sviluppato da poter arginare il dilagare dei contagi. (FanPage).