In un’intervista a FanPage Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam, ha denunciato l’attuale situazione nella striscia di Gaza nonostante un accordo di cessate il fuoco che, almeno in teoria, prevedeva l’accesso di aiuti umanitari alla popolazione civile.
“A Gaza non è cambiato quasi nulla. Sì, i valichi di Kisufim e Karem Shalom sono stati riaperti parzialmente, ma solo per far passare qualche camion delle Nazioni Unite e pochi beni commerciali. Le ONG, che prima garantivano il grosso degli aiuti, sono ancora fuori da tutto” ha dichiarato il portavoce Oxfam.
Nell’intervista, Paolo Pezzati spiega anche come funziona il sistema degli aiuti. Prima del 7 ottobre 2023, le organizzazioni dovevano comunque ottenere il via libera di Israele in quanto la striscia di Gaza era già sotto blocco terrestre, aereo e marittimo. Ma dopo l’ottobre 2023, il sistema è diventato “estremamente complesso, pieno di ostacoli burocratici, condizioni restrittive e richieste considerate vessatorie, come la consegna dei dati personali di tutti i dipendenti”.
Secondo Pezzati, Israele starebbe agendo in violazione della Risoluzione 2720 del Consiglio di Sicurezza ONU, adottata il 22 dicembre 2023, nonché in violazione degli accordi di cessate il fuoco raggiunti, sotto l’egida statunitense, con Hamas.
“Solo 986 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, rispetto ai 6.600 camion che avrebbero dovuto entrare ieri sera, lunedì”, ha denunciato il governo di Gaza.
Dall’inizio del cessate il fuoco, come riferito da Al Jazeera, sono circa 100 i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano.
Fonti: FanPage, RaiNews, AlJazeera
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