Napoli, 18 novembre – Una tecnologia unica in Italia per consentire il rientro in campo in tempi record. È quella utilizzata da Ortopedia Meridionale per realizzare una
maschera per proteggere il volto di Aaron Akrapovic, il capitano del Napoli United colpito a gioco fermo nel corso dell’incontro con il Pianura Napoli Nord
meno di due settimane fa. Il calciatore aveva subìto la frattura del setto nasale, che è stata ricomposta con un intervento chirurgico dalla dottoressa Graziella
Salerno. Ma per il ritorno in campo in tempi brevi era necessario proteggere la zona interessata e a questo scopo l’Ortopedia Meridionale, già al fianco di
diversi club calcistici, ha messo a disposizione le tecniche più avanzate realizzando in meno di 24 ore uno strumento unico in Italia che permetterà al capitano
di essere in campo già questo sabato nello scontro al vertice con la capolista Puteolana.
La maschera protettiva, infatti, è stata
realizzata con una tecnologia innovativa che, grazie alla scannerizzazione del volto dell’atleta, ha permesso di consegnare un prodotto personalizzato al 100% realizzato
con materiali riciclabili. Una tecnica assolutamente nuova per l’Italia e utilizzata da pochissime aziende a livello europeo. La realizzazione è stata possibile
grazie a uno studio che Ortopedia Meridionale del cavalier Salvio e del dottore Andrea Zungri sta portando avanti da cinque anni con i professori Antonio
Gloria e Roberto De Santis e le ingegneri Ida Papallo e Ilaria Onofrio del CNR, per la realizzazione di ortesi mediante la stampa 3d (quindi non solo mascherine ma
anche altre protezioni per gli sportivi come, ad esempio, i parastinchi e ulteriori strumenti come busti e tutori non legati al mondo dello sport), che potrà rivelarsi
utile anche in futuro. Un progetto che ha già ricevuto il “Premio Buona Sanitá” lo scorso mese a bordo di una nave della Msc.
Scheda tecnica della maschera
Il dispositivo custom made è stato realizzato integrando tecniche di acquisizione/analisi delle immagini, a partire da una scansione del volto
dell’atleta, con tecnologie additive basate su metodi di iniezione/estrusione di materiali, note comunemente come “stampa 3D”, e con opportune strategie di
progettazione, utilizzando un polimero termoplastico, riciclabile nell’ottica di un ulteriore passo verso una maggiore sostenibilità.