In questa tragica storia, i bambini sono costretti a commettere atti di crudeltà verso gli animali dal padre orco, uccidendoli e facendo sparire le carcasse. Ancora più orribile, una delle bambine è vittima di abusi sessuali ripetuti sin da quando aveva solo 10 anni.
L’incubo che questa donna e i suoi quattro figli hanno vissuto è così estremo che la moglie si è sentita spinta al suicidio. Incredibilmente, il marito ha risposto alle sue sofferenze con derisione, chiedendole di non sporcare il pavimento.
Tutto questo orrore è emerso dalla misura cautelare firmata dal giudice del tribunale di Paola (Cosenza). È un documento di appena venti pagine che è riuscito a catturare tutta la terribile realtà di questa famiglia.
Le indagini hanno avuto inizio quando la donna è fuggita con i suoi figli da Paola. Ciò circa un mese fa, quando ha trovato rifugio presso la sorella a Pozzuoli. È stato lì che ha finalmente trovato la forza di denunciare gli abusi subiti ai carabinieri.
Oggi, la storia ha finalmente raggiunto una conclusione drammatica, con l’intervento dei carabinieri di Pozzuoli e di Paola, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un uomo calabrese di 50 anni è stato arrestato, accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale aggravata in ambito familiare e illecito detenzione di armi da fuoco.
Le vittime di questo orco sono, oltre alla moglie, anche i quattro bambini. Da quando avevano solo 5 anni, ha sottoposto i piccoli a un trattamento disumano, costretti a occuparsi delle faccende domestiche e a seguirlo in montagna per prendersi cura degli animali. Quando si rifiutavano o non soddisfacevano le sue aspettative, subivano punizioni violente, come bastonate, lancio di sassi e frustate.
I bambini, praticamente prigionieri in casa e autorizzati a uscire solo per andare a scuola, erano costretti ad assistere all’impiccagione degli animali, soprattutto cani. Ancora più atroce, una delle bambine, figlia della moglie, era costretta personalmente a uccidere gli animali e a sbarazzarsi dei loro corpi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la paura che regnava in quella casa era talmente opprimente che, nell’ottobre 2013, uno dei bambini, figlio della moglie, si era rifugiato nella sua stanza e aveva sfogato la sua rabbia distruggendo il muro con calci, pugni e testate. La madre, angosciata e sopraffatta dalla situazione, aveva minacciato di suicidarsi, gettandosi dal balcone. La risposta sprezzante del marito fu: “Vai a suicidarti altrove, altrimenti sporcherai il pavimento”.