Operaio molesta una ragazzina di 13 anni condannato a due anni di carcere più una a multa di 15 mila euro. Questa la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Frosinone nei confronti dell’uomo.
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La vicenda risale a qualche tempo fa quando l’uomo , che era considerato dai genitori della ragazzina un amico di famiglia, frequentava liberamente quella casa. Anna (il nome è di fantasia) considerava quella persona come uno zio, una persona che pur non avendo legami di sangue veniva considerata come un parente a cui si vuole molto bene. Invece mai quella fiducia fu mal riposta. Ad accorgersi che Anna non appena vedeva il caro amico di famiglia si rabbuiava andandosi a chiudere nella sua cameretta era stata proprio la madre. La donna non riusciva a capire il perché improvvisamente la figlia mostrasse grande ostilità per quello zio acquisito.
L’uomo che non era sposato, sovente trascorreva le serate a casa loro. Niente lasciava presagire quello che poi la donna ha scoperto in seguito alla confessione della figlia. Per dovere di cronaca va detto che la minorenne si era confidata con una sua amichetta. A quest’ultima aveva raccontato che il caro «amico di famiglia» quando si trovavano da soli ne approfittava per palpeggiarla nelle zone intime, prendendole le mani e costringendola a masturbarlo. E proprio l’amichetta vedendo la disperazione di Anna si era recata dalla mamma raccontatole quello che la ragazzina stava vivendo per colpa di quello “zio” che amava fare sesso con le ragazzine. Fortunatamente quando la madre di Anna è riuscita a scoprire la vera natura di quell’uomo c’erano stati soltanto dei palpeggiamenti. Ma per legge anche la molestia sessuale viene configurata nella violenza sessuale. Da qui la denuncia per tale reato che ha portato in seguito alla condanna dell’operaio.
L’uomo ha sempre respinto ogni addebito sostenendo che quanto dichiarato dalla minorenne era stato soltanto frutto della sua fantasia e che aveva scambiato per molestie delle semplici carezze dettate soltanto dall’affetto che provava per la tredicenne che conosceva da tantissimo tempo. I genitori della ragazzina sono stati supportati in tutta questa vicenda dagli operatori del Telefono Rosa. La difesa dell’uomo ha annunciato appello.
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Fonte: mattino