Oggi a Palermo si è svolta una nuova udienza del processo Open Arms. Matteo Salvini è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. L’accusa riguarda il blocco della nave Open Arms nel 2019. “Difendere i confini non è un crimine”, ha dichiarato Salvini. I pm chiedono sei anni di carcere.
Il procuratore Sabella ha aperto la requisitoria, citando il governo Conte Uno. Secondo lei, Salvini ha sbilanciato le priorità del contratto di governo, puntando sui porti chiusi. Ha criticato la difesa di Salvini, che minimizzava i pericoli in mare.
Il pm Ferrara ha incentrato il suo intervento sui diritti umani. Ha ribadito che la terraferma è il “place of safety”. Per lui, i migranti erano sotto il controllo dello Stato e andavano sbarcati. Ha sottolineato che la nave non poteva essere considerata sicura.
Ferrara ha smontato la tesi del porto di bandiera. Ogni Stato ha l’obbligo di salvare chi è in mare, anche criminali o terroristi. Ha criticato l’uso della norma del “passaggio non inoffensivo”, considerata non applicabile in questo caso.
Ha risposto alle accuse di politicizzare il processo. Secondo lui, si tratta di atti amministrativi e non politici. Ha concluso che Salvini aveva l’obbligo di concedere un porto sicuro alla nave.
Sabella ha criticato la giustificazione del rischio terrorismo. Ha affermato che non furono controllati i documenti dei migranti. Ha accusato Salvini di aver creato un caos istituzionale, lasciando la Guardia costiera senza direttive chiare.
Infine, Sabella ha sottolineato l’assenza delle vittime. Secondo lei, ciò non sminuisce la gravità dei fatti. L’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, ha definito la requisitoria dei pm contraddittoria.
Fonte: Il Giornale
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