Gino Cecchettin ha vissuto un giorno straziante. Ha ascoltato ogni parola nel processo contro Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di sua figlia Giulia. “Sapere cosa ha passato mia figlia negli ultimi istanti è stato il momento più doloroso della giornata,” ha dichiarato.
In aula, Turetta, accusato di omicidio aggravato, non ha mai guardato il padre della vittima. Cecchettin, invece, non ha mai distolto lo sguardo dal giovane. “Lo guardavo quando parlava,” ha spiegato ai microfoni di Fanpage.
Per Gino Cecchettin, il processo serve a capire chi è davvero Filippo Turetta. “Non ho bisogno di restare a lungo,” ha detto, “ho capito benissimo chi è. Oggi emerge un principio fondamentale: la vita è sacra e va rispettata.”
Cecchettin ha ricordato Giulia con poche, semplici parole: “Il mio amore, non ho altro da dire.”
Nel corso dell’interrogatorio, Turetta ha ammesso di aver mentito al primo incontro con gli inquirenti. “Non ho risposto correttamente a certe domande,” ha detto, spiegando i piani macabri che aveva formulato giorni prima del delitto.
Tra questi piani, aveva preparato una “lista delle cose da fare”. Aveva programmato di ritirare contante con il bancomat e abbandonarlo per non essere rintracciato. Aveva cercato online come evitare che la sua auto fosse identificata.
Poi l’ammissione più agghiacciante. Aveva considerato di rapire Giulia e, dopo un periodo di tempo, toglierle la vita.
Fonte: Fanpage
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