Lo scorso 1º maggio, Alberto Scagni ha ucciso sua sorella Alice, di 34 anni, a Genova, sotto casa sua.
La telefonata di Alberto con suo padre, avvenuta il giorno dell’omicidio, è terrificante: «Fra 5 minuti io controllo il conto, se non c’ho i soldi stasera Gianluca e tua figlia sai dove sono? Sai dove caz*o sono?».
Tale chiamata venne consegnata alla polizia dal padre. Ma le autorità non la ritennero come un pericolo. I genitori tentarono di chiamare di nuovo il 112 intorno alle 13:30, anche stavolta invano: «Signo’, non famola tragica», rispose un agente del centralino alla madre, Antonella Zarri. La donna aggiunge: «Poi mi hanno detto che non c’erano volanti da mandare a sorvegliare casa nostra e di Alice».
E proprio quel giorno, alle 22:00, Alberto raggiunse la casa della sorella e la uccise a coltellate, davanti agli occhi del marito Gianluca
La madre ha pubblicato la telefonata sulla pagina Facebook «Giustizia per due figli rubati, Alice e Alberto». La donna scrive: «Non meritavamo di essere abbandonati a un destino distruttivo, non meritavamo che nessuno volesse ascoltare e dare aiuto al grido di rabbiosa disperazione di questa telefonata che nessuno si è fatto carico di ascoltare il Primo Maggio. Eppure l’abbiamo implorato al 112. Fate ascoltare il nostro grido, o vi vergognate?».
L’avvocato della famiglia Scagni è lo stesso legale di Ilaria Cucchi e dei genitori di Aldrovandi: Fabio Anselmi.