Una nuova variante Covid, denominata JN.1, si sta piano piano diffondendo in molti Paesi, destando preoccupazione anche tra gli esperti a livello internazionale. Ma andiamo con ordine.
Secondo le analisi, sembra che questa variante sia in grado di aggirare più facilmente le barriere immunitarie che ci permettono di proteggerci da SARS.CoV.2.
Questa variante, è stata individuata per la prima volta in Lussemburgo, ad agosto. Prima di diffondersi in tanti altri paesi come USA, Francia, Germania ecc., questa variante presenta una mutazione nella proteina Spike, che determina la sua capacità di infettare le cellule. È una sottocategoria della variante Omicron.
Uno studio condotto da medici giapponesi dimostra che JN.1 possiede una grande capacità di evasione immunitaria in confronto ad altre varianti. Nello studio, i virologi giapponesi sostengono che potrebbe, ipoteticamente, diventare la variante dominante in tutto il mondo.
In Regno Unito si registrano i dati più allarmanti. La variante Covid costituisce ad oggi un caso su 13. Negli Stati Uniti, alla fine di ottobre JN.1 costituiva lo 0,1 dei contagi totali. Ad oggi la percentuale si è alzata al 15-29%. Il Centers for Disease Control and Prevention ha indicato la variante come un fattore da attenzionare costantemente, riferendo, però, che «finora, non ci sono prove che JN. 1 presenti un rischio maggiore per la salute pubblica rispetto ad altre varianti».
In Italia non possediamo ancora dati precisi sulla diffusione di JN.1. L’unico dato che abbiamo è quello relativo ai contagi totali. Infatti dal 30 novembre al 6 dicembre abbiamo avuto 59.498 nuovi casi. Attualmente, la variante dominante in Italia è EG.5.1, anche nota variante Eris, che discende da Omicron e rappresenta quasi il 60% dei contagi. A seguire altre sotto-varianti di Omicron, come JG.3 – che discende direttamente da Eris-, altre sottovarianti XBB. e BA.2.86, anche nota col nome di Pirola.
Fonte: IlMattino