La clip di “Non è l’Arena da Giletti è choc. Il ministro Roberto Speranza fugge in taxi senza rispondere alle domande dell’inviato. In questa puntata
si parla del mancato piano pandemico.
Il giornalista Cerno non le manda a dire. E le sue opinioni sono condivise anche da Alessandro Cecchi Paone che annuisce con la testa.
Cerno: ‘A sentire Speranza va tutto bene, chiede sacrifici giganteschi, dovrebbe chiedere scusa e non fuggire in taxi’
Il suo atteggiamento con un Paese e gli italiani chiuso nelle case, sequestrato in un’emergenza totale, i morti le persone malate, quando si hanno queste responsabilità è molto grave. Certe volte in Italia non sono mai state belle storie, quelle dove ci si è comportati così. Credo che sia arrivato il momento che sia il Parlamento a convocare questo signore e fargli delle domande, e vediamo se sale in taxi o se ne va, o risponde. Perché se anche il piano Pandemico è fantasma, non meravigliamoci se sono fantasma anche le terapie intensive, i blocchi covid mai realizzati. Se viene fuori, che anche solo una persona è morta per questa mancanza, per questo modo di fare, che è tipico di questo Paese. Significa che mentre noi la mascherina la dobbiamo mettere sulla bocca qualcuno la, se la mette sugli occhi. Sileri è stato l’unico a dire che quel piano aveva delle questioni a sentire il ministro della Salute speranza. Visto che parla ogni giorno e che chiede sacrifici agli italiani e al Paese la cui portata non si conosce ancora. Dovrebbe chiedere in primis scusa al Paese, per questo atteggiamento, per quei morti, a quelle famiglie.
Se hai avuto tempo di scrivere un libro, perché non hai avuto tempo di scrivere un piano Pandemico? Bella domanda. Un ministro che scappa dal Senato, Ranieri e Guerra che non rispondono. E’ un brutto momento o una coincidenza?
Quanto a noi, ci tocca sperare credendo alle promesse del ministro Speranza.
Nei giorni precedenti in Parlamento ha annunciato che il 29 gennaio dovrebbe iniziare la vaccinazione; una data che sembra un prezzo del supermercato, finisce con il “9” per raccontare una storia diversa dalla realtà: si fa finta di partire il mese prossimo, ma il giorno nel calendario è uno specchietto per le allodole perché se l’operazione prenderà il via a febbraio sarà già un successo.
Il ministro ha detto che gli sforzi del governo sono concentrati ora sul piano vaccini, ma martedì il commissario straordinario alla profilassi, l’ineffabile Arcuri, è stato chiaro: il piano forse ci sarà, ma il siero di sicuro al momento latita e, quando arriverà, sarà per pochi.
Parliamo di un milione e 700mila dosi, utili per schermare 800mila italiani; tolto il personale sanitario, le autorità dello Stato e l’esercito, a cui si medita di affidare il compito di gestire l’operazione, non ci resta quasi più nessuno.
E per questo il roboante “vaccini gratis per tutti da gennaio” pronunciato dal ministro più che di speranza sa di presa per il sedere.