“Non affitto il mio appartamento agli africani”. Questo è il testo di una mail che alcuni giorni fa ha ricevuto una ragazza di 24 anni, di origine marocchina ma cittadina italiana, che da alcuni mesi sta cercando casa nel comune di Reggio Emilia per avvicinarsi ad uno studio di architettura, a Cadelbosco, dove lavora.
La protagonista della storia si chiama Mouna Bour, ragazza nata e cresciuta a Guiglia, paese nella provincia di Modena. L’altro ieri, la ragazza ha deciso di condividere la mail che le è arrivata. Infatti, dopo aver cercato casa nel centro di Reggio Emilia, ha scritto alla proprietaria dell’appartamento in questione per sapere se fosse ancora disponibile e libero e ottenere altre informazioni a riguardo. Dopo aver ricevuto la comunicazione dell’indirizzo e le informazioni sul deposito della cauzione dalla proprietaria, la donna ha anche espresso altre richieste. “Non affitto il mio appartamento agli africani, esigo che l’appartamento sia pulito e soprattutto il pagamento regolare dell’affitto”.
Intervistata dalla Gazzetta di Modena, Mouna ha riferito: “Le battute e i commenti me li faccio scivolare addosso ma questa cosa mi ha fatto riflettere. Sono nata e cresciuta a Modena, amo l’Italia, ma in momenti come questi mi dico: ‘A cosa appartengo?’. Vorrei sentirmi a casa perché questa è casa mia, non abituarmi a sentirmi discriminata. Faccio parte di una seconda generazione ma ci saranno terze, quarte e quinte generazioni: questa è la realtà”. Poi ancora ha continuato: “Sto guardando ovunque, a Reggio Emilia ma anche in provincia: Cadelbosco, Sesso, Rubiera, Massenzatico, Bagno, Bagnolo in Piano. E non ho ancora trovato niente, anche se ho un contratto a tempo indeterminato”.
Anche l’assessore alla casa del comune di Reggio, Lanfranco de Franco si espresso in merito: “Parliamo di una pratica discriminatoria, che non ha alcuna scusante. Il problema – sottolinea – è che mette in difficoltà il territorio. Ci sono giovani di seconda generazione che faticano a diventare autonomi perché tramite i privati non trovano le case e non possono nemmeno accedere a quelle popolari, perché hanno redditi troppo alti”.
Fonte: Fanpage.it