Sant’anastasia 17 Novembre – Con lo slogan “Noi non ci stiamo”, il sindaco di Sant’Anastasia (NA) Carmine Esposito ha organizzato per venerdì 19 novembre alle
ore 17:30 nell’aula consiliare, sita in palazzo Siano, un incontro per far sentire la voce dei territori che non devono morire, invitando i sindaci dei 18 comuni
dell’area vesuviana, cioè i comuni “storici” della zona rossa, e i sindaci dei comuni ricadenti nella zona rossa ampliata nel 2013, per un totale di 25 comuni.
Quella che si è preannuncia come una stagione di protesta da parte del primo cittadino Esposito è una lettura attenta della legge 21/2003 che ha istituito la
zona rossa e che prevedeva misure di compensazione per gli stessi comuni storici per circa 800 milioni di euro. Si legge in un volantino – in distribuzione per tutti i
comuni dell’area vesuviana – che inspiegabilmente la regione e la città metropolitana sembra non abbiano più intenzione di erogare questi fondi di
compensazione.
É doveroso ricordare che il sindaco Carmine Esposito non è nuovo alle critiche e contestazione della zona rossa e in passato ne fece una battaglia che durò per
moltissimo tempo e portò la Regione Campania e la politica a prendere in considerazione la possibilità di consentire spazi più ampi di sviluppo e crescita per i
comuni dell’area vesuviana.
Inoltre la Regione Campania intervenne sui confini della zona rossa ampliandoli in considerazione di uno scenario basato su
ipotesi più realistiche, come lo studio dei venti e la conseguente caduta delle ceneri. Dal 2013, quindi, i comuni in zona rossa (suddivisa in zone 1 e 2) sono aumentati da 18 a 25.
“La mia battaglia per la zona rossa non si è mai esaurita ed ora che sono di nuovo sindaco del comune di Sant’Anastasia ho intenzione di riprendere quella che mi
sembra una sacrosanta battaglia per difendere i cittadini, i territori, le necessità dei meno abbienti e anche garantire – nel caso che il Vesuvio dia
segni di pericolo, dice il sindaco Esposito – una ordinata e sicura fuga dai paesi vesuviani che passa attraverso il potenziamento delle infrastrutture e delle
stesse vie di fuga. Noi non ci stiamo ad essere ancora una volta mortificati e non ci stiamo a perdere i finanziamenti inseriti nella stessa legge 21 del 2003
purtroppo disattesa fino ad oggi. Il mio invito è rivolto a tutti i politici, è rivolto alla regione Campania e soprattutto è rivolto in questa fase ai sindaci
dell’area vesuviana in quanto le nostre voci accomunate da uno stesso obiettivo, ne sono certo, potranno aprire un varco di ascolto e di dialogo da parte della regione Campania“.