“Il riconoscimento del Premio Nobel per la medicina ai tre scienziati che hanno scoperto il virus dell’epatite C, Harvey Alter, Michael Houghton e Charles Rice, è il giusto tributo a chi ha impresso una svolta decisiva nel conoscere il virus consentendo così di identificare i giusti protocolli per debellare questa malattia entro il 2030 come previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità. Questo prestigioso riconoscimento deve rappresentare uno stimolo anche per la nostra Nazione a intraprendere velocemente l’ultimo miglio del processo di eradicazione del virus HCV, traguardo ora raggiungibile grazie ai progressi della ricerca che hanno consentito di arrivare alla commercializzazione delle terapie di ultima generazione, i cosiddetti DAA, peraltro già rimborsabili dal nostro servizio sanitario. In questa fase attendiamo l’emanazione da parte del Ministero della salute del dispositivo attuativo, ai sensi della legge di conversione del dl milleproroghe, che consentirebbe di sfruttare i fondi già stanziati per gli screening negli anni 2020-21 e scovare il sommerso della patologia e avviare celermente i pazienti individuati al trattamento, così come previsto dall’obiettivo OMS che auspica al 2030 la completa eliminazione del virus HCV. Un traguardo alla portata dell’Italia che deve però compiere lo scatto finale per tagliare questo importantissimo traguardo. Bisogna investire sulla prevenzione e sugli screening per far emergere tutti coloro che sono affetti da questa patologia senza saperlo. C’è necessità inoltre di proseguire nelle campagne di sensibilizzazione e nel finanziamento dell’innovatività dei farmaci per portare a casa il risultato”. Questo il commento di Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.
Nobel, Rostan (IV): supportare prevenzione e screening epatite C
5 Ottobre 2020 - 18:35
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