Gli studenti di tutta Italia si sono riuniti per manifestare contro le politiche del governo in quello che è stato definito il No Meloni Day. Nelle principali piazze della penisola la protesta studentesca si è mobilitata contro le misure nell’ambito dell’istruzione, il nuovo disegno di legge in materia di sicurezza pubblica e la posizione dell’Italia nel conflitto israelo-palestinese. A Torino anche attimi di tensione tra giovani e agenti di polizia, ben 15 di questi ultimi sono stati feriti negli scontri.
Nel capoluogo piemontese la manifestazione è partita da Piazza XVIII Dicembre con una protesta contro il genocidio palestinese. Gli studenti hanno poi schernito il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, dando alle fiamme un fantoccio con le sue sembianze al grido di “Valditara a testa in giù”. Anche la segretaria del PD Elly Schlein è stata presa di mira: foto con il suo volto sono state imbrattate di vernice rossa. A Torino il corteo del No Meloni Day ha anche assunto connotati violenti. In piazza Castello, sotto la sede della Prefettura, i giovani hanno sfondato il cordone formato dalle forze dell’ordine, entrando a contatto con gli agenti. Alcuni manifestanti hanno fatto detonare delle bombe carta, costringendo una quindicina di poliziotti a recarsi al pronto soccorso.
A Milano circa 500 persone hanno partecipato al flash mob in via Turati, esponendo la bandiera della Palestina. Alcuni giovani hanno imbracciato armi finte indossando maschere di gomma raffiguranti vari leader politici: Trump, Putin, Netanyahu e la stessa Giorgia Meloni. Nei pressi dell’Assolombarda, gli studenti hanno esposto uno striscione che recita “avete le mani sporche di sangue, l’alternanza uccide”, in riferimento agli incidenti avvenuti in alcune dinamiche di alternanza scuola-lavoro.
Nella capitale la mobilitazione si è riversata sotto la sede del Ministero dell’istruzione, in via Trastevere. I giovani hanno manifestato il proprio dissenso con cori e slogan contro le politiche di Valditara e della ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Non è mancato neanche il cosiddetto “minuto di rumore” a Roma, celebrato “per Giulia Cecchettin, per tutte le donne uccise brutalmente e contro la repressione di questo governo”.
Fonte: Rai News, Fanpage.it
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