Neonata di 20 giorni muore in ospedale: il dramma dei genitori

31 Marzo 2019 - 11:40

Neonata di 20 giorni muore in ospedale: il dramma dei genitori

Neonata di 20 giorni muore in ospedale: il dramma dei genitori

Una bambina di appena venti giorni di vita malata di pertosse è deceduta ieri pomeriggio al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove era ricoverata nel reparto di rianimazione pediatrica. A renderlo noto è stata la struttura sanitaria: la piccola era arrivata dalla provincia di Parma una settimana fa per un’infezione delle vie respiratorie.

La bimba era stata precedentemente presa subito in carico dagli specialisti neonatologi del reparto di Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Maggiore di Parma che avevano riscontrato il germe della pertosse come causa dell’infezione alle vie respiratorie. Nella prima mattinata di ieri, dopo un quadro clinico “sostanzialmente stabile”, le condizioni della bambina peggiorate all’improvviso ed è stato necessario il trasferimento all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove è deceduta poco dopo l’arrivo.

Come da prassi, l’Azienda Usl di Parma ha aperto un’indagine epidemiologica volta a stabilire la causa del contagio. “La tragedia che ha colpito questa famiglia – spiegano i medici dei due nosocomi di Parma e Bologna in una nota – rende evidente l’importanza della vaccinazione.

La pertosse è, infatti, estremamente pericolosa per i neonati. La vaccinazione universale è dunque fondamentale per limitare la circolazione del germe e proteggere i più piccoli che non hanno ancora raggiunto l’età per essere protetti attraverso la vaccinazione, possibile solo dal compimento del secondo mese di vita”.

Al fine di ovviare “a questa temporanea mancanza di protezione – prosegue la nota – è consigliata la somministrazione del vaccino alla madre nel terzo trimestre di gravidanza, come era effettivamente avvenuto in questo caso. La trasmissione al feto attraverso la placenta degli anticorpi da lei prodotti è, infatti, l’unica possibilità per provare a proteggere il bambino nelle prime settimane di vita.

Variando il grado di immunizzazione in base a fattori individuali, non è possibile garantire una sicurezza al 100% finché la malattia non sarà eradicata, come è avvenuto con il vaiolo grazie alla vaccinazione”. “Anche questo – concludono i dottori – deve indurre a estendere il più possibile la vaccinazione, per proteggere i neonati e chi non risponde alla vaccinazione con un’immunizzazione sufficiente”. (Fanpage)