Il Natale ormai alle porte dovrebbe essere un momento di festa, solidarietà e condivisione ma non per tutti. Giunta in
Redazione la lettera/Appello dei lavoratori Softlab Tech Campania già Jabil, che pubblichiamo integralmente di seguito.
Gent.ma Presidente del Consiglio dei Ministri,
siamo i lavoratori della Softlab Tech della
Campania (sedi Caserta e Maddaloni) e ci rivolgiamo a Lei perché ormai mossi dalla più profonda disperazione.
Siamo circa 250 lavoratori provenienti dalla multinazionale Jabil di Marcianise (CE), che hanno accettato di aderire al progetto di
reimpiego, fortemente caldeggiato da sindacati, istituzioni locali e nazionali, come unica soluzione per sfuggire allo spettro del licenziamento e relativa disoccupazione.
Siamo quei famosi “abili al lavoro” di cui oggi tanto si parla, con riferimento al reddito di cittadinanza, che hanno sempre
chiesto semplicemente di lavorare e hanno deciso persino di rimettersi in discussione, dopo oltre venticinque anni di onorato
lavoro e acquisita professionalità nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni.
Dopo vessazioni psicologiche, trattamenti
impari di rotazione della cassa integrazione, dopo averci fatto sentire in tutti i modi “indesiderati” quasi come carne da macello,
abbiamo accettato di passare in Softlab, che si era appunto affacciata per un piano di ricollocazione, percependo oltre ottantamila
euro a lavoratore, come incentivo per assumerci.
Abbiamo preso questa decisione, sottilmente obbligata, per sottrarci ad un modus operandi che ci sviliva come
lavoratori e come persone, ma soprattutto per rifuggire la cassa integrazione continuativa, che non ci dava la possibilità
di portare a casa uno stipendio dignitoso, quindi al solo scopo di garantire alle nostre famiglia un presente migliore ed un futuro più roseo.
Ebbene, senza alcuna pietà hanno lucrato sulla nostra disperazione, sul nostro desiderio di un futuro migliore, sulla pelle
nostra e dei nostri cari, promettendoci condizioni lavorative che non si sono MAI concretizzate. Abbiamo creduto ai sindacati,
al vice-ministro Todde, ai consiglieri e assessori regionali, al Ministro Catalfo, che è venuta di persona presso il nostro
stabilimento, omaggiata tra applausi e fiori, affermando che la ricollocazione rappresentava l’unica soluzione agli imminenti licenziamenti.
Ci chiedevano di fidarci, che il governo si sarebbe fatto da garante, che avrebbe monitorato e controllato che i progetti
paventati venissero realizzati, ci chiedevano di fidarci…e noi ci siamo fidati.
Ci hanno chiesto e abbiamo persino firmato
un “Nulla a pretendere” verso la nostra azienda d’origine, Jabil, che poneva fine in maniera tombale a qualsiasi nostra
rivendicazione, tanto c’era un accordo siglato ad un tavolo Ministeriale come garanzia, con l’avallo della Regione
Campania e di tutte le Istituzione, ci hanno chiesto ancora una volta di fidarci…e noi ci siamo fidati.
Non sapevamo che apponendo quella firma stavamo dando inizio ad un incubo indescrivibile, in cui stavamo catapultando noi stessi e le nostre famiglie.
Infatti, 250 famiglie sono state abbandonate a se stesse e alla mercé di gente senza scrupoli, un limbo senza fine che
rappresenta solo l’anticamera di quel famoso licenziamento, un contenitore vuoto senza lavoro e alcuna prospettiva.
La Softlab oggi rappresenta il nostro INFERNO, non solo l’esimio AD della società, non ha mantenuto nessuna delle sue
promesse e del suo fantomatico progetto industriale, ma è ormai acclarato che con la sua società già indebitata per ventotto
milioni di euro, si è presentato unicamente per fare cassa, attratto dai soldi facili rappresentati dagli ottantamila euro a
lavoratore ricollocato, per un ammontare di SEDICI MILIONI DI EURO.
Quei soldi, ovviamente, sono stati utilizzati
per altri scopi che esulano dal progetto in Campania che avrebbe dovuto vederci parte integrante.
Da quel momento, non sono stati più versati contributi INPS, né la quota del fondo pensionistico (COMETA) più i forti ritardi
nell’accredito degli stipendi, fino a degenerare completamente negli ultimi tempi.
Siamo nelle mani di un MEGALOMANE, un NARCISISTA PATOLOGICO, che crede di continuare ad “intortare” Noi, i Sindacati ed
i funzionari del tavolo aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con le sue chiacchiere, con le sue promesse mancate, con i piani industriali scritti con la sola
fantasia, mentre l’unica certezza è che sta portando alla fame noi e le nostre famiglie, ci sta privano della nostra DIGNITA’ di persone per bene.
Cara Presidente, con le lacrime negli occhi e con quel senso di vergogna che contraddistingue chi nella sua vita non ha
mai chiesto la carità, ma ha sempre lavorato, Le confessiamo che oggi molti di noi vanno a ritirare il pacco alimentare alla
Caritas, perche’ non sanno come mettere il piatto a tavola, altri non avendo i requisiti per chiedere prestiti (vista la situazione aziendale) sono finiti a chiedere soldi in giri poco leciti.
SIAMO DA TRE MESI SENZA STIPENDIO e, ovviamente, della tredicesima che avrebbe dovuto aiutarci a sostenere questo periodo di festa, neanche a parlarne.
Quello che continuiamo a chiederci, è come può uno STATO DI DIRITTO, un Paese civile che dovrebbe garantire dignità e giustizia,
consentire a questi individui senza scrupoli, di presentarsi facendo promesse fantasma, di ingannare, TRUFFARE persone oneste, di
far cassa, incassando incentivi e fondi pubblici, sulla pelle di umili famiglie?
Come può questo Paese permettere che tali
soggetti, possano agire in questo modo, venendo meno a quanto dichiarato e considerando carta straccia degli accordi firmati ad un tavolo Istituzionale,
prendendosi beffa di istituzioni e lavoratori, senza alcun timore di incorrere in sanzioni o pene?
Si avvicina il Natale e ciò rende questa situazione ancora più difficile e pesante. Le confessiamo che alcuni di noi hanno paura di se stessi e di quello che la disperazione
può spingere a fare, perche’ non c’è niente di più pericoloso di una persona disperata e che non ha più nulla da perdere.
Se ce lo consente , in questo momento non vorremmo rivolgerci solo al nostro Presidente del Consiglio, ma soprattutto alla Giorgia Meloni mamma, perchè noi , questo
Natale, guardando i nostri figli negli occhi, saremo costretti a dire che non potremo permetterci un pranzo come in passato, ne
tanto meno troveranno quelle cose che tanto desiderano sotto l’albero, nonostante siano stati bravi a scuola.
Questa è la cosa ancora più devastante, una coltellata dritta al cuore, che chiunque ma ancor di più un genitore può comprendere.
Con tristezza, ma con la viva speranza che il nostro appello non cada nel vuoto
Auguriamo Buone Feste a Lei e ai suoi Cari.
Lavoratori Softlab Tech Campania