Più della stessa crisi di risultati, ciò che ha reso più tristi le feste del Napoli è la difficoltà da parte di molti, tifosi e addetti ai lavori, di capire cosa stia accadendo alla squadra.
L’immagine di Gattuso, tra l’arrabbiato e il rassegnato, contiene a nostro avviso un disagio più ampio. La consapevolezza che questa squadra ha limiti non superabili.
Di carattere e di personalità forse immodificabili. Inutile girarci intorno: Gattuso avrà pure le sue colpe e fa i suoi errori, ma quale tecnico non ne commette?
Il discorso per la sua complessità merita un approfondimento e non solo per questioni di campo. E’ inevitabile, allora, tirare in ballo la governance di questo Napoli.
Perché De Laurentiis è bravissimo a fare impresa ma nel senso aziendale e commerciale. Non ha però la voglia, anzi la cattiveria, di fare l’impresa sportiva con la squadra: vincere lo scudetto.
Osservate le facce accanite, truci, con cui Nedved, Paratici e Agnelli seguono minuto per minuto la Juve. E guardate il senso di distacco molto english, con cui De Laurentiis vive i match del Napoli.
Il rapporto tra Adl e il Napoli racconta per intero, gli impasse gestionali da vittoria. Prima capitati a Mazzarri, poi a Benitez, Sarri e Ancelotti, e ora a Gattuso.
Che ora sembra l’unico finito sotto processo. Mentre ci sono finiti tutti, proprio tutti, compreso Sarri e i suoi predecessori. Dela per i suoi tecnici crea un Napoli come Penelope cuciva la tela per i Proci.
Facendola e disfacendola a suo utile. Ora dopo i ko contro Inter e Lazio e quello incredibile contro lo Spezia ci lecchiamo le ferite. E incolpiamo Gattuso per i 28 tiri non finiti alle spalle di Provedel.
E ora aspettiamo la trasferta di Udine per rialzare la testa o per vomitare ancora più veleno addosso al tecnico. Si capisce quanto sia importante e cruciale il match di domani contro i friulani.
Il finale contro lo Spezia ha raccontato più di tutte le altre sconfitte di Gattuso i limiti di questa rosa. Buonissima qualitativamente, debole e fragilissima mentalmente e caratterialmente.
Se dovessimo vincere a Udine, e ce lo auguriamo, De Laurentiis e Giuntoli dovranno fare qualche matura riflessione per questa sessione di mercato. Per non gettare al vento l’opportunità che ancora esiste di realizzare qualcosa di importante.
Parliamoci chiaro: servono due leader in campo. Gattuso lo ha capito e crediamo, come suo solito, potrebbe giocare d’anticipo. Soprattutto se le sue richieste non saranno tenute in considerazione.
Sergio Curcio