Otto giornate alla fine del campionato ma adesso i punti cominciano a valere doppio. Napoli – Inter, in questa ottica, è gara fondamentale più per gli azzurri che devono fare punti per agganciare e tenere al riparo la posizione Champions.
Ma anche per l’Inter di Conte, insaziabile, a caccia di record in Italia dopo il prematuro Addio all’Europa. Dovrebbe venire fuori una gran bella partita sia in campo che in panchina con Conte e Gattuso sfida nella sfida.
Al Napoli mancano 20 punti da fare e le prossime due gare contro Inter e Lazio a Fuorigrotta sono sicuramente le più difficili. Fare bottino pieno sarebbe come ipotecare il quarto posto.
Si spalancherebbero a quel punto le porte della Champions. Il gioco però non è affatto semplice. Arriva l’Inter delle 11 vittorie consecutive che recupera i pezzi pregiati e li manderà tutti in campo.
La Lu-La (Lukaku – Lautaro Martinez) fa paura, come le corse di Hakimi e Darmian sulle fasce. Le giocate e il calcio potente di Eriksson e Brozovic. La spinta e la carica agonistica di Barella a cui il Napoli dovrà stare attento.
Guai a far partire il contropiede neroazzurro. Conte non gioca un calcio spettacolo. Attende e riparte. Ma le sue ripartenze sono spettacolari e letali. Il Napoli attraversa un buon momento. E’ in serie positiva e sta giocando un bel calcio segnando finalmente con regolarità.
È salito il contributo gol dei centrocampisti. C’è il magic moment di Insigne, e Osimhen sta crescendo a vista d’occhio. Zielinski come Fabian è diventato finalmente un solido punto di riferimento.
Arretra, conquista palla, fa salire la squadra, anche se non arriva al match al meglio della condizione. Rispetto all’Inter mancano forza e brio sulle corsie esterne. Soprattutto dalla difesa. Sarà gara tattica o d’impeto, ma intelligente? Il Napoli ha motivi più importanti e validi di classifica per non fallire contro l’Inter che vuole proseguire la sua marcia trionfale. Sarà comunque spettacolo sotto le stelle di Fuorigrotta. Tocca al Napoli recitare da protagonista. La primavera è azzurra e non può essere neroazzurra.
Sergio Curcio
