Napoli è crisi nera, fuori anche dall’Europa League

25 Febbraio 2021 - 21:44

Napoli è crisi nera, fuori anche dall’Europa League

Il Napoli prosegue la sua striscia negativa. Questa volta senza appello, perché dopo aver perso la Supercoppa Italiana, ed essere stato eliminato in Coppa Italia, va fuori anche dall’Europa League.

Una vittoria platonica (2-1) al Granada che non basta visto il risultato dell’andata. Gli azzurri pagano un primo tempo con una formazione anomala, dove non sono riusciti a dare ritmo e continuità all’azione, pur essendo passati in vantaggio subito.

Nel secondo tempo Gattuso ha mischiato le carte, ha cambiato schema, e le cose sono andate meglio. Qualche occasione dopo il gol del 2-1 c’è stata per sperare, ma alla fine passano gli spagnoli che hanno capitalizzato al meglio il 2-0 dell’andata.

Napoli in campo con un inedito 3-4-1-2. Gattuso prova la difesa a tre questa volta rinforzata dalla presenza di Koulibaly. Nei quattro centrocampisti schiera Di Lorenzo ed Elmas sulle fasce con Fabian Ruiz e Bakayoko centrali. Infine Zielinski dietro le due punte Insigne e Politano.

Risponde il Granada con un 4-2-3-1 con Neva e Foulquier esterni bassi e Sanchez e Duarte davanti a Rui Silva. A centrocampo a sinistra si piazza Gonalons a destra Eleki. Nei tre dietro Molina agiscono Puertas e Kenedy sulle fasce e Montoro centrale.

L’inizio è tutto di marca partenopea. Sono passati da poco 180 secondi che gli azzurri passano in vantaggio. Zielnski avanza indisturbato, entra in area e di sinistro trafigge Rui Silva. Ti aspetti un Napoli arrembante che capitalizzi al meglio il gol approfittando della sorpresa degli andalusi.

Invece succede il contrario. La squadra di Gattuso non si getta in avanti alla ricerca subito del raddoppio e consente agli spagnoli di ragionare. I biancorossi cominciano le loro trame di palleggio e gli azzurri li aspettano. E man mano il Granada conquista campo.

Kenedy in particolare fa soffrire sulla fascia destra Koulibaly poco protetto da Elmas. Così al 25′ il Granada pareggia. Sempre Kenedy dai 20 metri tira, la difesa del Napoli ribatte e il pallone torna Kenedy che serve sempre sulla fascia destra Foulquier.

Cross preciso del terzino e Montoro a centro area colpisce in controtempo indisturbato di testa, la palla sfiora il palo alla sinistra di Meret e si insacca col portiere immobile. Il gol carica gli spagnoli. Al Napoli ora per qualificarsi servono altre 3 reti, e gli azzurri iniziano a innervosirsi.

Scoppiano un po’ di risse e fioccano i cartellini gialli. A farne le spese Kenedy, Sanchez e Duarte per gli spagnoli, Politano, Maksimovic e Insigne per il Napoli. Proprio il capitano colpisce la traversa su punizione in pieno recupero ma Rui Silva sembrava ben piazzato.

Da segnalare l’infortunio muscolare di Gonalons nel finale di tempo e quello di Neva con gli spagnoli che chiudono la prima frazione in 10 uomini. Nella ripresa Gattuso corre ai ripari, fa entrare Ghoulam al posto di Maksimovic e torna alla difesa a 4.

Il Granada invece sostituisce Neva con Perez. L’ingresso del terzino algerino dà nuovo sprint agli azzurri che iniziano ad attaccare soprattutto sulla fascia sinistra. Ghoulam e Insigne iniziano a dialogare mettendo in difficoltà la retroguardia spagnola che inizia a chiudersi.

Al 52′ occasione per Elmas ma Rui Silva salva in uscita bassa. Ma nulla può al 59′ su Fabian Ruiz servito da Insigne che lo beffa di sinistro. Sul 2-1 Gattuso si gioca la carta Mertens sperando nella clamorosa rimonta.

Il Napoli chiude il Granada nella sua area e le prova tutte. Al 74′ occasione per Fabian Ruiz su una combinazione Zielinski Politano ma lo spagnolo tira di destro in modo maldestro. All’86’ ci prova Insigne di destro a  giro ma Rui Silva devia in angolo.

La gara diventa sempre più nervosa e ne fanno le spese Koulibaly e Bakayoko ammoniti per scorrettezze. Gli spagnoli perdono tempo e Gattuso protesta. L’arbitro assegna 7 minuti di recupero, nel primo del quale Ghoulam di testa fa tremare Rui Silva che respinge d’istinto.

E’ solo l’ultima emozione, il Granada non concede più palle gol, continua nel suo gioco ostruzionistico, e stremato accoglie come una liberazione il fischio finale che vale gli ottavi di finale.

Max Bonardi