L’ultima visita a Napoli del leader della Lega, Matteo Salvini, ha lasciato non pochi strascichi. Doveva essere un giorno importante. Una giornata fitta di appuntamenti. Così è stato, almeno in parte. Prima la presentazione di due ex esponenti di Forza Italia, Severino Nappi e Gianpiero Zinzi, pronti a candidarsi nelle fila della Lega, alle prossime elezioni regionali. Poi la deposizione di una corona di fiori, sul luogo dove è stato ucciso l’agente della Polizia di Stato, Pasquale Apicella. Poi ancora un incontro con gli imprenditori del Cis di Nola. Nel pomeriggio l’inaugurazione della sede Lega ad Avellino. E poi il ritorno a Napoli, dove l’ex ministro dell’interno, avrebbe dovuto incontrare una delegazione dei maestri pastorai di San Gregorio Armeno. Avrebbe dovuto. Ma all’ultimo momento, l’incontro salta. Gabriele Casillo, dell’associazione Corpo di Napoli e portavoce dei maestri presepiai, con un comunicato stampa, annulla l’incontro con il segretario federale della Lega: “Troppe polemiche, non facciamo politica. Eravamo stati invitati da lui solo per ascoltarlo”. E ancora. “Nulla contro Salvini, ma la nostra è una associazione apolitica e apartitica. Ma la battaglia dei presepiai era diventata nazionale e la richiesta di incontro era partita da Salvini. Ci sono state molte polemiche. Noi non vogliamo fare politica, per questo abbiamo deciso di annullare l’incontro”.
Letta così, sembrerebbe un’ingerenza della Lega verso la categoria dei pastorai napoletani. Un modo, come un altro, per mettere il cappello ‘politico’ su uno dei simboli sacri della città di Napoli e far passare gli artigiani, come nuova categoria professionale aderente, o almeno vicina alle posizioni politiche della Lega. Ma non è così. E per mettere la parola fine a continue polemiche, interpretazioni e conseguenti speculazioni politiche, la Lega stufa di essere presa di mira, lancia un’operazione verità. Il parlamentare della Lega Gianluca Cantalamessa, rilascia un’intervista esclusiva a Retenews24, dove racconta come sono andate veramente le cose. Una versione dei fatti, che ribalta totalmente ciò che si è detto e scritto in questi giorni. L’esponente napoletano della Lega, porta alla luce particolari inediti, mai descritti e raccontati, da chi ha voluto far passare il ‘no’ all’incontro, come uno ‘schiaffo’ (politico si intende) a Matteo Salvini.
È giusto ricordare il legame datato nel tempo, tra Cantalamessa e gli artigiani di San Gregorio Armeno. Date precise che l’attuale parlamentare leghista, ricorda con dovizia di particolari a Retenews24. Già nel 2016, l’allora segretario campano di ‘Noi con Salvini’, veniva invitato dai pastorai, ad interessarsi ad una questione delicata, che vedeva la scelta del Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, di concedere “l’ex asilo Filangieri ai centri sociali” e “costringeva” gli artigiani pastorai “a pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico più alta di Italia”. Nel 2017, l’associazione chiedeva a Cantalamessa “di essere presentata in alcuni comuni di regioni del nord per poter partecipare alle fiere natalizie e mostrare in tutta Italia l’arte presepiale”. A novembre dello stesso anno, Cantalamessa insieme a Salvini, portarono “un presepe a Nonna Peppina, una signora di 90 anni sfrattata ed andata a vivere in un container in provincia di Macerata nelle Marche”. E ancora ad agosto del 2018 l’associazione presepiale segnalava a Cantalamessa “gli aumenti o i mancati sconti sulle tasse di occupazione suolo pubblico ed il consequenziale rischio di non riuscire ad aprire”. Pochi mesi dopo, precisamente a Natale, su proposta di Cantalamessa, grazie ad un parlamentare milanese della Lega, per la prima volta veniva “esposto un presepe di San Gregorio Armeno alla sede del parlamento europeo di Bruxelles, lasciando tutti i parlamentari degli altri paesi senza parole per la bellezza dell’opera e per il significato del presepe”.
Il 15 marzo del 2019, in occasione della visita dell’allora ministro dell’interno a Napoli, l’associazione “invitava il leader della Lega a poter venire a San Gregorio Armeno”. Un incontro che – ricorda Cantalamessa – non fu possibile visto il “pochissimo preavviso”. E ancora durante il lockdown, esattamente lo scorso 30 aprile Casillo, in quanto portavoce dei pastorai “segnalava” a Cantalamessa “il rischio di non poter riaprire per l’emergenza Covid-19”. Tanto che il 16 maggio, “visto il mancato ascolto da parte del presidente della Regione Campania De Luca e del governo nazionale”, si invita la Lega ad “un intervento come forza di opposizione”. Invito rinnovato il 18 maggio. Una forte preoccupazione che induceva Cantalamessa insieme al senatore Salvini a produrre comunicati stampa a sostegno dell’associazione pastorai. Ma dalle parole, si passava ai fatti. E allora nel prendere atto “della disponibilità di Matteo Salvini ad ascoltare le istanze e le relative difficoltà – ricorda ancora – abbiamo organizzato, un incontro con una delegazione dell’associazione”.
Tanto che il 3 giugno Casillo, in quanto portavoce dei maestri presepiai, ha “comunicato i 7 nominativi della delegazione che avrebbero partecipato all’incontro”. Poi l’arrivo di Salvini a Napoli il 5 giugno. Tutto era pronto per l’incontro all’hotel Paradiso. Ma a pochi minuti prima, il colpo di scena. Cantalamessa ricorda che l’associazione dei pastorai ha comunicato alla Lega “che non avrebbero partecipato” visto che “preferiva avere rapporti solo con le istituzioni e non con i partiti politici”, tanto da “lasciare intendere che fosse un incontro voluto solo dalla Lega”. Ma ripetiamo, secondo quanto asserisce Cantalamessa, non è andata così. Anzi sembrerebbero sin troppo chiare le richieste dell’associazione alla Lega, per interessarsi alle loro preoccupazioni e per risolvere problemi legati della loro attività.
E allora le domande che pone Cantalamessa sono più che legittime: “Chi vi ha fatto pressione? Perché avete declinato un invito ad un incontro da voi richiesto? Chi voleva strumentalizzare? Cosa o chi vi spaventa? Perchè si è voluto far passare menzogne o false verità?” Il componente della Commissione parlamentare ‘Giustizia’, “sente puzza di bruciato”. Anche perchè non si spiega come Gabriele Casillo (che secondo indiscrezioni sarebbe stato anche un iscritto della Lega), abbia espresso “chiara e forte condanna” per la “distorsione mediatica” dell’incontro richiesto da lui, come ricorda Cantalamessa e di “fastidiosa interferenza della spettacolarizzazione” o di “operazioni di remind”, nel suo comunicato stampa. Valutazioni che hanno irritato fortemente ogni parlamentare e dirigente della Lega.
Cantalamessa chiarisce a Retenews24 che “per qualsiasi simbolo della mia città, ho il dovere di tutelarlo, ancor di più visto che ho l’onore di essere un parlamentare della Repubblica italiana. Inoltre, se qualsiasi associazione chieda l’interessamento della Lega, non significa che tali, si stanno schierando con il mio partito”. Detto ciò Cantalamessa ribadisce ancora una volta, che l’intervento di Salvini è “stato richiesto dall’associazione guidata da Casillo”. Un incontro che doveva svolgersi affinchè “il leader del primo partito italiano, ascoltasse le preoccupazioni e le difficoltà di un’associazione che rappresenta il cuore di Napoli”. Quindi “non c’è stata – ricorda ancora – nessuna invasione di campo da parte della politica, ma la politica ha risposto ad un invito e aveva il dovere di farlo”. Inoltre “il fatto che la Lega abbia risposto sì ad una richiesta di aiuto, non preclude che le altre forze politiche facciano lo stesso, per tutelare i simboli della nostra città”.
Ma allora perchè Casillo all’improvviso ha inviato un messaggio alla Lega, con cui dichiarava l’indisponibilità ad incontrare Salvini? “Mi è stato spiegato – ricorda ancora Cantalamessa – che c’erano state delle speculazioni, delle strumentalizzazioni da parte dei centri sociali e da altri, senza spiegarmi chi, per questo incontro. Ribadisco, un incontro, un intervento della Lega, sollecitato dall’associazione di San Gregorio Armeno”. Inoltre Cantalamessa ricorda che l’associazione abbia “richiesto un intervento all’opposizione”. Ma Cantalamessa non vuole farne una battaglia di partito. “Difendere San Gregorio Armeno non è questione – sottolinea – legata alla Lega, come a qualsiasi altro partito. Credo che sia un dovere della politica, prendere a cuore le giuste battaglie, senza metterci cappelli politici, senza strumentalizzare, senza spettacolarizzare nulla”.
In quest’ottica, Cantalamessa ricorda a Retenews24, che la Lega negli ultimi mesi ha “incontrato gli imprenditori e gli esponenti della filiera del tessile, agroalimentare, turismo, lavoro, infrastrutture e anche del sociale”. Ad esempio, lo scorso 18 febbraio, Salvini in visita a Napoli, incontrò un gruppo di imprenditori in una sala dell’atelier del ‘re delle cravatte’ Maurizio Marinella, per poi spostarsi nella palestra di Gianni Maddaloni a Scampia dove lo attendeva un gruppo di cittadini dell’area nord di Napoli. Dunque Cantalamessa ribadisce la “disponibilità della Lega a stare al fianco di tutte le realtà produttive, ancor di più se sono delle icone identitarie”. A questo punto c’è da aspettarsi un incontro chiarificatore con i maestri pastorai. “Ci dispiace – ribadisce Cantalamessa – per le pressioni subite, ma ci auguriamo che l’associazione ‘Corpo di Napoli’ comprenda che associare la politica al mondo produttivo, non rappresenta una strumentalizzazione, ma il rapporto sano per poter provare a dare delle risposte. Io mi auguro che l’associazione parli alla Lega come ad ogni forza politica e che tutti i partiti provino a dare risposte e soluzioni”.
Un invito all’ascolto rivolto anche al presidente della Regione Campania. “Noi abbiamo invitato il presidente De Luca, per il passaggio tra la ‘fase 1’ alla ‘fase 2’, di far ripartire le attività commerciali quali le pizzerie e i ristoranti. E ci ha ascoltato. Abbiamo chiesto di far ripartire la cantieristica nautica. E ci ha ascoltato. A noi interessano i risultati. A noi interessa che la città di Napoli e la Campania, ripartano in tutta sicurezza, per cui puntiamo alla sintesi”. A tal riguardo Cantalamessa, conclude invitando ancora una volta, al pari del suo leader Salvini, il governatore campano a “smettere di seguire i like su facebook e i sondaggi, ma ad ascoltare di più le associazioni. Così facendo, chi rappresenta il mondo produttivo, non sarà costretto a dover urlare per essere ascoltato”.