Myriam Sylla compie 30 anni e si racconta a cuore aperto. Pallavolista di successo, ha conquistato l’oro olimpico a Parigi, una promessa mantenuta per sua madre scomparsa. “Le avevo promesso una medaglia, quella più preziosa”, dice, ricordando i sacrifici e il dolore superati per arrivare sul podio.
La sua carriera non è stata facile. Da bambina, ha dovuto affrontare sacrifici enormi. La svolta è arrivata a 16 anni, con il passaporto italiano che le ha permesso di giocare in Nazionale. Prima, lunghe file in questura per rinnovare il permesso di soggiorno ostacolavano il suo percorso. “Non è giusto che ragazzi nati e cresciuti in Italia debbano lottare per la loro identità”, denuncia con forza.
Il successo, però, non ha cancellato le difficoltà. Lontana da casa, Sylla ha vissuto l’incubo della bulimia. “Vomito dopo ogni pasto. Sapevo che era sbagliato”, racconta. Una tutor ha notato il problema e ha tolto le chiavi dal bagno, aiutandola a spezzare quel circolo vizioso. “Insieme a una compagna ci siamo sostenute per uscirne”.
Oggi, Myriam è un esempio di resilienza. Parla di razzismo, dello Ius Soli e della necessità di dare pari opportunità ai giovani. La medaglia d’oro è il simbolo di una battaglia vinta, non solo sul campo, ma anche contro i demoni personali.
Fonte: Fanpage.it