A uccidere Giovanni Luigi Fresia, impiegato del Comune di Collegno morto la notte del 25 ottobre 2019, sono stati «i troppi tranquillanti somministrati dal personale sanitario del 118». Lo ha stabilito il tribunale civile, che ha disposto per la famiglia un risarcimento di un milione di euro.
Fresia aveva 59 anni e soffriva di disturbo della personalità multipla. La moglie aveva allertato il 118 perché quella notte l’uomo era agitato. L’uomo era stato caricato su una barella, dopo che medico e infermiere gli avevano fatto un’iniezione di tranquillanti. Quando è arrivato in ospedale era in arresto cardiocircolatorio «da soffocamento meccanico dovuto al proprio vomito». È morto alle 13 del giorno successivo, circa dodici ore dopo l’intervento. La causa del decesso è la polmonite ab ingestis.
La famiglia ha denunciato i sanitari e la consulenza tecnica effettuata durante la causa civile ha accertato gli errori di tre medici: un’assunzione massiccia di sedativi, la scelta sbagliata di questi (chetamina e midazolam) e il posizionamento errato sulla barella. L’uomo infatti si trovava a pancia in su e non sul fianco.
La moglie ha commentato così la sentenza: «Non volevo vendetta, ma giustizia. E l’ho ottenuta».
Fonte: il Mattino
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