Giorni fa, dopo le immagini riprese da giornali e tv sulla movida di Avellino, il Presidente di ANCI Campania, Carlo Marino, aveva inviato una nota alla stampa in cui manifestava il suo sconcerto, ma al tempo stesso aggiungeva: «Siamo convinti che, in queste ore, riguardando quelle immagini, sarà lo stesso Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, di cui conosciamo lo stile, la dedizione istituzionale e l’amicizia nei confronti dei colleghi salernitani, a rammaricarsi di quanto è avvenuto».
A questa nota, ha risposto oggi il primo cittadino irpino, Gianluca Festa, inviando una lettera personale al Presidente di ANCI Campania, Carlo Marino. Questo è il contenuto:
«In questi mesi, l’emergenza coronavirus è stata diffusamente utilizzata ai fini della polemica politica. Molte persone, più che impegnarsi ad affrontare – in modo anche personale e originale – i gravi problemi che abbiamo di fronte, hanno preferito sprecare il tempo a puntare il dito verso uno o l’altro. E’ accaduto anche in occasione dei fatti di sabato notte ad Avellino: taluni hanno evitato accuratamente di affrontare i risvolti umani, sanitari e amministrativi della vicenda, liquidandoli con ricostruzioni parziali e battute velenose e forzate.
Mi permetta, quindi, Presidente Marino, di illustrare a lei e ai Sindaci che fanno parte di Anci Campania il mio punto di vista, che spero vi pervenga pacato e ambasciatore di una relazione amichevole e cordiale.
Vorrei innanzitutto ribadire che la mia presenza in Via De Conciliis, uno dei punti della cosiddetta movida avellinese, era finalizzata a sciogliere un assembramento di giovani che mi era stato segnalato. Mi consenta di aggiungere, Presidente, che a differenza di taluni, io non attacco né demonizzo i giovani irpini, anzi ne capisco l’entusiasmo per la ritrovata libertà dopo tre mesi di lockdown.
Mi sono trattenuto in Via De Conciliis per pochi minuti, con un atteggiamento scherzoso e a tratti goliardico, per evitare che l’euforia e la voglia di fare casino degenerassero e ribadire costantemente le regole giuste dello stare in piazza in totale sicurezza. Ho dialogato con loro, mettendo a frutto le mie qualità empatiche e penso di esserci riuscito.
Molti colleghi Sindaci si sono risentiti per alcuni cori. A loro dico: scattare selfie e fare cori era solo un modo per interagire e, quando mi sono accorto che si stava andando oltre le righe, ho chiesto ai ragazzi di fermarsi.
Non penso di aver mancato di rispetto verso chi in questi mesi ha lottato nel chiuso delle terapie intensive per limitare i danni della pandemia, né di essere stato irrispettoso per le migliaia di persone che non ci sono più. Ritengo solo di aver compiuto il mio dovere di Sindaco e chiedo ai miei colleghi, anzitutto quelli salernitani, di comprendere che, sabato notte, non c’è stata alcuna sfida campanilistica.
L’amicizia e il riguardo nei loro confronti e l’attenzione istituzionale verso le comunità che loro amministrano sono intatti e non sono stati affatto scalfiti dalle polemiche di queste ore. Una stima che riconfermo oggi, pienamente, auspicando soprattutto in sede Anci, un confronto per chiarire ogni residua incomprensione e scacciare ogni cupezza, riprendendo così tutti insieme il percorso della più leale e fraterna collaborazione».