Dopo la morte del ricercatore affetto da progeria, Sammy Basso, sono in molti a chiedere la sua beatificazione.
Lo ha reso noto il Vescovo di Vicenza don Giuliano Brugnotto, colui che ha anche celebrato i funerali di Sammy lo scorso 11 ottobre.
Il vescovo ha però fatto sapere che, sebbene sia molto disponibile ad appoggiare la beatificazione di Sammy Basso, il percorso non sarà semplice. La burocrazia vaticana, infatti, richiede tempi lunghi per queste tipologie di attività.
Don Brugnotto infatti ha dichiarato che il processo di beatificazione, qualora vi siano tutti i presupposti, richiederà almeno cinque anni per il completamento.
L’ente che si occupa dei processi di beatificazione è il Dicastero delle Cause dei Santi, che stabilisce anche i criteri da rispettare per completare l’iter.
Il primo step, di fondamentale importanza, è che al defunto sia riconosciuta una generale “fama di santità”. In questo senso, la vita del defunto dev’esser stata condotta all’insegna delle virtù cristiane.
A seguire c’è poi il riconoscimento di essere stato “servo di Dio”. Superati questi due passaggi, sempre tra attese lunghe, ci sarà poi la possibilità di considerare il defunto da “Venerabile” a “Beato”.
A sostegno della beatificazione di Sammy Basso è intervenuta anche la madre, Laura Lucchin, che ha confermato la devozione del figlio verso la fede. D’altronde anche il messaggio d’addio di Sammy, scritto di pugno suo, non fa altro che confermare quanto riferito dalla madre. Eccone un estratto: “Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere contro la progeria, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio”.
Fonte: fanpage.it