Giuseppe Noschese, ex responsabile del trauma center del Cardarelli e del Covid center dell’Ospedale del Mare di Napoli, si trova a Ibiza da sabato scorso per affrontare la tragica morte di suo figlio, Michele, un giovane artista noto a livello internazionale nel mondo della musica techno-house e elettronica. Michele, 35 anni, viveva sull’isola iberica da oltre un decennio, dopo aver lasciato una carriera promettente nel calcio. La sua morte è avvenuta durante una serata a casa sua, quando la polizia è intervenuta per il rumore eccessivo.
Secondo le testimonianze di amici presenti, Michele sarebbe stato brutalmente picchiato dagli agenti della Guardia Civil, che lo avrebbero legato e colpito con violenza. Un arresto cardiaco sarebbe la causa ufficiale della morte, ma il padre chiede giustizia e trasparenza, affidando la causa a tre avvocati e chiedendo un’indagine approfondita. L’autopsia, disposta dal magistrato, si è svolta ieri e si attendono i risultati per fare luce sulle cause del decesso.
La tragica vicenda ha suscitato grande attenzione, con l’ambasciata italiana e il consolato generale a Barcellona che seguono le indagini. Anche il Comune di Napoli si è mobilitato, con l’ex sindaco Antonio Bassolino che ha chiesto un minuto di raccoglimento in ricordo di Michele.
Michele, laureato in Economia, aveva scelto la musica come carriera dopo aver interrotto la sua esperienza calcistica a causa di un infortunio. Viveva a Ibiza da 12 anni e si era esibito in alcuni dei club più prestigiosi al mondo. La sua morte, avvolta nel mistero, ha scosso non solo la sua famiglia, ma anche tutta la comunità musicale internazionale. Il padre, nella sua disperazione, ha dichiarato di volere giustizia per Michele, non per vendetta, ma per la verità.
fonte: ilMattino
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