Continuano le indagini sull’omicidio del 17enne ucciso a Pescara nei pressi del parco Baden Powell, vicino ad un sottopassaggio della ferrovia.
Secondo le prime indiscrezioni, a lanciare l’allarme sarebbe stato uno dei ragazzi che faceva parte del gruppo all’interno del quale figurano i due indagati. Avrebbe informato le forze dell’ordine dopo aver compreso la gravità dell’accaduto. Il tutto è avvenuto intorno alle ore 21:00.
Da lì sono subito partite le indagini, che hanno già condotto a due potenziali responsabili: sarebbero due giovani, uno figlio di un maresciallo dei Carabinieri della provincia ed un altro figlio di un noto avvocato della zona. Il movente alla base dell’omicidio pare sia un debito di droga che la vittima aveva maturato nei confronti dei suoi aggressori. La cifra pare aggirarsi intorno ai 200/250 euro.
Fondamentale nel trovare i responsabili saranno le testimonianze, ma ancor di più, le immagini che verranno fornite dalle telecamere di sicurezza della zona. Nei primi interrogatori effettuati, nessuno dei due giovani avrebbe lasciato trapelare qualcosa. Si sono dimostrati molto freddi, assente qualsiasi tipo di empatia emotiva. Da valutare se ci saranno cambiamenti nei prossimi giorni.
L’aggressione si è verificata ieri. La vittima sarebbe stata colpita con circa 25 coltellate. Da capire se il giovane sia stato ucciso volontariamente o se si tratti di una lite finita poi in tragedia. Gli investigatori hanno anche ipotizzato che il giovane potesse essere stato vittima di uno scontro tra bande, legate al mondo della droga, forse per un diverbio.
Fonte: fanpage.it