Roberto Saviano ha ricordato con parole commoventi la sua amica e collega Michela Murgia, scomparsa a 51 anni dopo una lunga malattia. Saviano ha parlato della personalità, del talento e della sofferenza di Murgia, una scrittrice che non aveva paura di sfidare i poteri forti.
Michela voleva che il suo funerale fosse un momento di condivisione per tutti quelli che l’avevano seguita e sostenuta nella sua carriera. “Mi aveva detto: ‘Cosa mi perderò immagina che gran casino'”, ha raccontato Saviano.
Michela aveva un talento speciale: sapeva ribaltare le cose e trasformare le difficoltà in opportunità. Questo la rendeva pericolosa ai potenti, che temevano la sua voce critica e coraggiosa. La scrittura era per lei una grande passione, ma anche una fatica. Non le piaceva stare troppo tempo da sola, per questo scriveva nei bar, circondata da gente.
Per Michela, la condivisione era tutto. Era generosa, solidale, empatica. Ma per condividere bisogna anche affrontare la solitudine, soprattutto quando si sceglie di essere differenti. Michela era stata spesso bersaglio di attacchi e insulti, e aveva nascosto questo dolore dentro di sé.
Nei momenti difficili, Michela era sempre al fianco di Saviano, che era stato minacciato dalla camorra per i suoi libri. “Quando mi attaccavano diceva: ‘Non sei contento?’, ‘Ma in che senso’, ‘Siamo in due, ci vengono dietro'”, ha ricordato Saviano.
Michela aveva fiducia nei suoi lettori, che apprezzavano la sua sincerità e la sua ironia. Chi le aveva fatto davvero del male erano i pavidi per interesse, quelli che spaccavano opportunismo per moderazione, con la loro mancanza di orizzonte. Queste persone avevano reso la vita di Michela Murgia difficilissima.
Saviano ha concluso il suo discorso con un ringraziamento a Michela, per avergli insegnato tanto e avergli regalato la sua amicizia. “Grazie Michela, grazie di tutto”, ha detto Saviano.