La scrittrice sarda Michela Murgia ha recentemente rivelato di essere affetta da un tumore al rene al quarto stadio con metastasi in diverse parti del corpo.
Nonostante la situazione difficile, la Murgia ha deciso di non farsi operare, ma di sottoporsi ad un’immunoterapia a base di biofarmaci.
Tale situazione stimola la risposta del sistema immunitario per guadagnare tempo.
In un’intervista al Corriere della Sera e nel suo ultimo libro, “Tre ciotole”, la scrittrice ha parlato apertamente della sua malattia e della sua visione della morte.
Secondo la Murgia, il cancro è una malattia gentile che può crescere per anni senza farsi notare.
Non lo considera un nemico da distruggere, ma piuttosto un complice della sua complessità.
Non vuole fare guerra al suo corpo, ma accettare il tumore come uno dei prezzi che deve pagare per essere speciale.
La scrittrice non trova la morte un’ingiustizia e ritiene di avere già vissuto dieci vite in soli cinquant’anni.
Ha fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera e ha ricordi preziosi.
La scrittrice sarda ha già affrontato un tumore in passato, questa volta al polmone.
La diagnosi fu fortunatamente precoce, e si fece operare altrove.
Questa volta, invece, a causa della pandemia da Covid-19, aveva trascurato i controlli medici.
Nonostante la situazione difficile, Michela Murgia non ha paura della morte e ha preparato tutto il necessario per gestirla al meglio.
Ha scritto un alfabeto dell’addio e ha predisposto un percorso collettivo per salutare chi ama e come vorrebbe essere salutata.
La scrittrice ha una “queer family” di dieci persone che la sostiene e l’aiuta a gestire il dolore e il trauma del transito.
Inoltre, ha recentemente comprato una casa con dieci posti letto dove stare tutti insieme.
Infine, Michela Murgia ha annunciato di volersi sposare con un uomo, anche se avrebbe potuto essere una donna.
Non si sposa solo per consentire a una persona di decidere per lei, ma perché ama e viene amata.
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Fonte: tgcom24