Immane tragedia quella successa nella notte al centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria di Roma, dove un ragazzo guineano appena 22enne si è suicidato, impiccandosi.
L’allarme è stato lanciato stamane intorno alle 04:30, quando dei compagni hanno trovato il giovane 22enne impiccato con una corda. Il giovane rifugiato si è suicidato all’interno del settore nella grata esterna. I compagni che lo hanno trovato hanno subito provato a tagliare la corda ed a rianimarlo. Successivamente sono arrivati i soccorritori del centro, che gli hanno praticato alcune manovre per la rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. I medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Il 22enne era arrivato a Ponte Galeria il 27 gennaio direttamente da Trapani. Sul posto sono giunte anche le forze dell’ordine per condurre alcune verifiche. La scioccante notizia ha fatto il giro del centro e ha scatenato alcune azioni di protesta tra i rifugiati. La motivazione principale, oltre alla tragica morte del compagno, riguarda le condizioni di vita all’interno del centro, ritenute carenti e disumane.
“Il garante regionale e io siamo qui da ormai due ore, insieme alla senatrice Cecilia D’Elia e al deputato Riccardo Magi – ha riferito a Fanpage.it la garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Roma, Valentina Calderone – Siamo riusciti a parlare con un paio dei compagni del ventiduenne che si è ucciso che si trovavano nel suo stesso reparto e con alcuni operatori e riferiremo all’autorità giudiziaria. Luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c’era bisogno di aspettare la morte di un ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi. Luoghi di sofferenza, dove le persone sono costrette a rimanere per un tempo indefinito, senza uno scopo né prospettive, non capiscono perché si trovano lì. Questo ragazzo stava male, sul muro della cella aveva scritto in francese voglio tornare in africa, mi manca mia mamma”.
Fonte: Fanpage.it