Al nuovo governo spetterà anche rimpiazzare la legge Fornero.
L’idea della futura premier sembrerebbe quella di introdurre l”Opzione Uomo”,una pensione anticipata a 58 anni con 35 di contributi,ricalcolando così l’assegno contributivo.
Tale azione però prevede anche un controbilancio ottenuto dalla riduzione dell’importo da percepire tra il 13 e il 31%.
Senza un intervento in extremis del prossimo Governo, dal 1° gennaio 2023 la Legge Fornero tornerà in vigore: si potrà andare in pensione a 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi oppure dopo 42 anni e dieci mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne).
L’esecutivo dovrà fare i conti comunque con la voce dei sindacati e con una possibile concertazione. Ma sopratutto dovrà valutare l’impatto sulla spesa da sostenere, tra emergenza energetica, crisi del lavoro e una recessione alle porte. Si prevede che la spesa pensionistica a fine 2025 sarà il 17,5% del Pil, due punti sopra a quelli attuali, circa 350 miliardi, 100 in più di dieci anni fa.