Melanoma scambiato per gengivite, il dramma di Thomas: “Si era già scelto la bara”

20 Novembre 2025 - 11:36

Melanoma scambiato per gengivite, il dramma di Thomas: “Si era già scelto la bara”

Il dramma di Thomas Nuovo inizia con un fastidio minuscolo alla gengiva. Un puntino, nulla più. Tuttavia Thomas si preoccupa e va dal dentista. La madre, Francesca Favaloro, lo racconta in aula con la voce rotta. Il dentista, oggi imputato per omicidio colposo, avrebbe sbagliato diagnosi. Avrebbe ignorato segnali cruciali. Avrebbe sottovalutato la gravità.

Intanto il padre Biagio esprime un dolore indescrivibile. Dice tra le lacrime che non esiste un nome per chi perde un figlio. Non esiste una parola che riesca a contenere un vuoto così devastante. Thomas aveva solo 44 anni. Era un consulente aziendale. Aveva scelto quel dentista perché si trovava nello stesso edificio di un suo cliente. Sembrava una scelta comoda. Si è rivelata fatale.

Secondo la procura, tutto si sarebbe potuto evitare. Il melanoma era già visibile. La macchia scura cresceva. I cicli di igiene orale non servivano. E infatti non funzionavano. La diagnosi corretta arriva solo il 19 gennaio 2019. Troppo tardi. Un ritardo devastante. Un ritardo che diventa accusa.

La madre ricorda il dolore del figlio. Ricorda la lucidità con cui preparava la sua morte. Ricorda la telefonata alla sorella. Racconta che Thomas aveva già scelto loculo, bara e vestiti del funerale. Nessuna madre dovrebbe ascoltare parole simili. Nessun genitore dovrebbe assistere a tanto.

Anche un collega racconta il carattere di Thomas. Dice che era brillante. Dice che aveva intuito la verità. Dice che nessuno gli credeva. Lo prendevano per ipocondriaco. E invece lui aveva capito. Aveva letto i segnali che altri avevano ignorato.

Quando le condizioni peggiorano, Thomas chiede di tornare a vivere dai genitori. Non vuole che il figlio piccolo lo veda soffrire. La madre lo accoglie. Lo assiste. Gli frulla il cibo. Gli dà omogeneizzati. Lo cura come quando era bambino. E lo accompagna fino all’ultimo giorno.

La ricostruzione dei fatti è drammatica. Il dentista pensa a una semplice infiammazione. Prescrive pulizie dentali. Nulla cambia. L’igienista si insospettisce. Chiede controlli. Il dentista li ignora. Usa il laser. Asporta la parte malata. E non manda il tessuto a fare analisi istologiche. Tutto questo ritarda la diagnosi. Tutto questo permette al melanoma di avanzare.

Solo al Policlinico Umberto I arriva la verità. La biopsia parla chiaro. Melanoma. Una diagnosi grave e tardiva. Thomas affronta quattro interventi. Affronta radioterapia. Affronta immunoterapia. Combatte fino alla fine. Ma muore il 15 dicembre 2020.

Una storia che fa male. Una storia che chiede giustizia. Una storia che dimostra quanto possa pesare una diagnosi sbagliata. Una sola. Anche solo una volta.