Megan Kanka una bambina di soli 7 anni è’ stata uccisa da un pedofilo di 26 anni dopo un tentato stupro. La bambina sbatté la testa contro un armadio nella sua stanza. Davanti alle
gocce di sangue che stillavano dalla ferita e l’espressione terrorizzata di lei, il 26enne capì che sarebbe stato incriminato per il tentato stupro. Afferrò due buste di plastica, e
incappucciò la testa di Megan come se volesse farle uno scherzo, e fu, forse, quello che la piccola pensò. Poi prese la sua cintura e strinse forte, fortissimo, finché lei non smise di
dimenarsi e gli si abbandonò tra le mani, inerte, come un fagotto di vestiti. Non aveva mai ucciso una bambina, anche se una volta si era convinto di averlo fatto quando, sotto
la stretta delle sua mani nodose, la piccola aveva perso i sensi. L’aveva lasciata cadere sull’erba per riflesso, come si fa quando si lascia andare qualcosa che scotta ed era scappato
via. Seppe solo in seguito che la piccola, in realtà, era viva. Anche questa volta non lo aveva programmato, ma era successo. Prima o poi sarebbe accaduto, lo sapeva e
non gli interessava. Come se avesse sempre occultato un cadavere, prese una scatola per giocattoli e vi fece scivolare dentro il corpo di Megan. Portò il pacco al vicino parco Mercer
County Park, inosservato. Qui, sotto il sole del tramonto che illuminava tutto perfettamente, incurante del rischio di essere visto e dell’urgenza di tornare a casa e ripulire i propri vestiti e le
orme sporche di sangue, si abbandonò di nuovo ai suo perversi istinti. Abusò del cadavere e poi tornò a casa. Quando arrivò a Barbara Lee Drive, notò i genitori della piccola Megan
entrare e uscire dalle case dei vicini, cercando affannosamente la figlia. La bimba aveva giocato tutto il pomeriggio con l’amica del cuore, si erano divertite a girare per le strade
in bicicletta, poi Megan era sparita. Dopo qualche ora, alla sua porta bussò la polizia. Gli agenti sembravano molto interessati a Joseph Cifelli, compagno di stanza di Jesse
condannato per reati sessuali, ma dopo le formalità del caso scoprirono basiti che anche Timmendequas e il terzo coinquilino Brian Jenin erano due pregiudicati per reati sessuali.
Jesse K. Timmendequas aspettò tranquillamente che i poliziotti parlassero con i suoi due coinquilini e, quando fu il suo turno, raccontò loro
di aver visto la piccola dei Kanka nel pomeriggio, mentre era intento a lavorare alla sua barca nel viale. Fonte fanpage.it.