Nei momenti di grave crisi, come quelli che stiamo attraversando, è necessario impegnarsi per correggere errori del passato o cercare di migliorare. Un primo elogio va al prof Giorgio Liguori, ordinario presso l’Università Parthenope.
Così come quello al Coni, alle Federazioni e alle forze politiche vicine al mondo accademico e allo Sport. Grazie a tutti loro il 28 febbraio scorso, finalmente, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo n. 36 .
Che tratta l’Attuazione dell’articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n.86. Ovvero il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo.
Ovvero una norma attuativa che, come previsto dalla suddetta legge, intende rileggere e aggiornare la normative vigente. Introducendo, in taluni casi, elementi davvero innovativi.
In premessa faccio una riflessione di non poco conto. Nonostante ogni attività ferma, il nuovo Decreto ha visto la luce velocemente. Solo un ritardo a dir poco accettabile rispetto ai tempi previsti dalla legge (era programmato per fine agosto).
Questo è un segnale molto importante. Nonostante il lockdown, e la perdurante chiusura degli impianti e delle palestre, si è voluto dare un messaggio positivo. Portando a conclusione un iter normativo lungo, complicato e tormentato.
Sia chiaro, il Decreto non risolve tutte le annose questioni, né tanti problemi correlati. Ma è senza dubbio un buon punto di partenza, per costruire una nuova cultura.
E che con le giuste alleanze e sinergie, potrebbe produrre in tempi non lunghi importanti risultati. E prospettive per l’intero settore, con interessanti ricadute positive anche sulla cittadinanza.
Il Titolo V recita “Disposizioni in materia di lavoro sportivo”. Ed entra nel merito delle diverse tipologie di rapporto lavorativo, sia in ambito professionistico che amatoriale.
Spazio anche alla “Formazione dei giovani atleti” e ai “Controlli sanitari dei lavoratori sportivi”. Nonché alla “Sicurezza dei lavoratori sportivi e dei minori”.
Il Capo II del D. Lgs reca “Disposizioni a sostegno delle donne nello sport” fondando sulla nuova prospettiva di “Promozione della parità di genere”. Il Capo III “Ulteriori disposizioni in materia di laureati in Scienze Motorie”.
Ed è forse la novità più significativa e coinvolgente che mi riguarda. Visto i rapporti accademici e professionali con il Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università “Parthenope”. Sicuramente la più importante realtà delle Scienze Motorie in Campania.
In particolare con il professore Liguori. La definizione dei profili professionali e delle competenze acquisite nei diversi corsi di studio (triennale e magistrali). Così come previsti dall’attuale ordinamento accademico, trovano finalmente una formalizzazione legislativa.
Mettendo fine ad anni ed anni di tentativi vani, proposte non accolte, opportunità sfumate. Il Decreto n. 36 del 28 febbraio riconosce e identifica quale “Chinesiologo di base” il laureato triennale.
Quale “Chinesiologo delle attività motorie preventive e adattate” il laureato magistrale LM67. Chinesiologo sportivo” è il laureato magistrale LM68 e “Manager dello sport” il laureato magistrale LM47.
Può sembrare ovvio o banale, non lo è, e non deve essere considerato tale. Di fatto, è il riconoscimento giuridico del ruolo e delle competenze di professionisti.
Il cui contributo è, e sarà sempre più, indispensabile per implementare idonee strategie di promozione della salute. Utili a contrastare la sedentarietà e l’inattività fisica.
Che oggi sono riconosciuti dalle evidenze scientifiche come principali fattori di rischio associati alle patologie multifattoriali (malattie cardiovascolari, tumori, diabete, obesità, ecc, ecc).
Oggi prime cause di morbosità, mortalità e disabilità nel nostro come in altri paesi industrializzati. Diamo dunque il benvenuto ai chinesiologi e auguriamo loro, nell’interesse collettivo, nuove e proficue opportunità di lavoro.
Nell’ambito di quella multidisciplinarietà da sempre sostenuta dalla Università Parthenope. Strategia assolutamente necessaria per poter affrontare le problematiche dell’universo sportivo.
Franco Di Stasio (presidente S.I.O.S.)